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Oscar 2020

Cinema

I (pochi) vincitori e i (tanti) vinti della notte degli Oscar

Chi ha vinto e chi ha perso nella notte degli Oscar 2020

Tempo di lettura: 3 minuti

La notte degli Oscar si è conclusa e, a parte qualche festeggiamento (Bong Joon-Ho ha ripetutamente dichiarato che avrebbe bevuto fino al mattino), sarà una notte triste per molti. Vediamo chi vince e chi perde in questa notte degli Oscar.

Chi ha vinto

Senz’ombra di dubbio: Parasite. Si porta a casa 4 statuette pesantissime (film, regia, sceneggiatura originale e ovviamente film straniero, su 6 candidature) scrivendo di fatto la storia degli Oscar.

Le Mans ‘66 – La grande sfida (Ford v Ferrari): aveva 4 candidature, porta a casa 3 statuette, tra cui quella per il miglior montaggio. Considerato che quella per il miglior film era decisamente fuori dalla portata del film di Mangold visti i titani in lizza, di certo saranno tra i pochi a festeggiare.

Jojo Rabbit: vale lo stesso discorso fatto per Le Mans ‘66, visti i titani in lista, la vittoria di una statuetta, per di più al regista/sceneggiatore/interprete vale tantissimo, nonostante le ben 6 nomination.

Brad Pitt: tra i due litiganti, il terzo gode. L’Academy probabilmente non è riuscita a scegliere chi, tra Al Pacino e Joe Pesci, fosse migliore in The Irishman di Scorsese e così hanno votato il terzo incomodo. Hopkins aveva già vinto un Oscar e Hanks addirittura due e non sono mai stati in partita.

Brad Pitt Oscar

Renée Zellweger: al suo secondo Oscar sbaraglia la concorrenza con l’unica interpretazione “a solo”. Scarlett Johannson, Saoirse Ronan e Charlize Theron hanno partecipato a film più corali. L’unica vera concorrente era Cynthia Erivo di Harriet che però non è mai stata ritenuta una vincitrice papabile.

Laura Dern: in un anno di nomination incrociate (Scarlett Johannson in due categorie, Charlize Theron e Margot Robbie per Bombshell, Saoirse Ronan e Florence Pugh per Piccole donne) ha tolto tutti dall’imbarazzo premiare una grande attrice che non ha mai vinto molto. Il classico Oscar alla carriera, come spesso accade. In più era anche il suo compleanno.

Elton John: “thank God” ha sussurrato, guardando in alto, quando è stato nominato il suo nome. Sir Elton si va così a prendere la sua seconda statuetta con il paroliere di sempre Bernie Taupin.

Joaquin Phoenix: con l’interpretazone di Joker ha vinto tutto e come da previsione ha vinto anche l’Oscar.

Chi ha perso

Joaquin Phoenix: discorso di accettazione davvero imbarazzante. Sconclusionato e davvero poco efficace. Non si sente superiore a nessuno ma non cita gli altri nominati e parla invece di rispetto per le risorse (apprezzabile) prendendo ad esempio le mucche e i vitelli (di certo uno degli esempi peggiori possibili).

Joaquin Phoenix

Scarlett Johannson: arrivata alla notte degli Oscar con due candidature (protagonista in Storia di un matrimonio e non protagonista in Jojo Rabbit), va a casa senza la statuetta.

Joker: arrivato con undici nominations porta a casa solo due statuette: attore e musica

The Irishman: arrivato con dieci nomination, alcune delle quali pesanti, va a casa senza niente. Sicuramente, il film più punito della serata.

C’era una volta a… Hollywood: a Tarantino va un po’ meglio che a Scorsese. Parte da dieci nomination e si porta a casa due statuette, tra cui quella all’attore non protagonista.

1917: dieci candidature e vincitore annunciato torna a casa con tre statuette di cui l’unica importante è quella – sacrosanta – per la fotografia.

Storia di un matrimonio: di certo, la sconfitta meno bruciante. Aveva “solo” sei candidature, ma in nessuna delle categorie di peso era dato come vincente. Peccato soprattutto per i due attori che hanno offerto prove superlative.

Storia di un matrimonio

Netflix: la casa di produzione che ha rivoluzionato il mercato aveva piazzato due suoi film tra quelli con più candidature: The irishman (10) e Storia di un matrimonio (6) e porta a casa solo una statuetta. Di certo non un ottimo viatico per un anno che si preannuncia piuttosto difficile per la casa di produzione americana.

Disney: i soldi non bastano. Nonostante i 13 miliardi incassati in un anno, il film più visto della storia, le produzioni mastodontiche (Il signore degli anelli, una delle produzioni più grandi della storia di Hollywood si era portata a casa 11 Oscar nel 2003), raccoglie poche briciole. Vince solo per il miglior film d’animazione (Toy story 4), ma viene sostanzialmente snobbata in tutte le altre categorie. A dimostrazione che il cinema è anche altro.

La mostra del cinema di Venezia: dopo anni di dominio incontrastato, il Festival di Venezia non azzecca il film più importante a favore dell’”eterno nemico” Cannes che con Parasite fa filotto.

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