fbpx
Connect with us
Back to black

Cinema

Back to black – Recensione del film di Sam Taylor-Johnson su Amy Winehouse

La vita e le opere di Amy Winehouse, cantante nata e cresciuta a Londra (Camden Town) e assurta ad icona della musica internazionale

Tempo di lettura: 2 minuti

Back to black, titolo del secondo e più famoso album di Amy Winehouse, fa da titolo anche al lungometraggio che l’inglese Sam Taylor-Johnson ha dedicato alla cantante scomparsa nel 2011. Da qualche tempo vanno di moda questi lungometraggi un po’ annacquati sulla vita delle icone della musica. In particolare sono usciti un film su Whitney Houston, uno su Gianna Nannini e adesso questo su Amy Winehouse. Non ci sarebbe niente di male nel celebrare le grandi icone della musica internazionale, se non fosse che questi lungometraggi lasciano spesso il tempo che trovano perché sono freddi riassunti della vita di un’artista.

Il difetto principale di Back to black è che non va a scavare nell’anima di Winehouse. Perché – ci si chiede – una ragazza nata e cresciuta a Camden Town (Londra) in un contesto agiato e che raggiunge la fama internazionale si lascia andare ad alcol e droghe fino a perdere la vita? Quali demoni aveva dentro? Cos’è che agitava tanto il suo animo da essere così autodistruttiva (e distruttiva)? Lo sceneggiatore Matt Greenhalgh e la regista Sam Taylor-Johnson non fanno che grattare la superficie, lasciando a noi spettatori tutti i dubbi del caso. Tutto appare inspiegabile nelle scelte di vita di Winehouse. Al contrario appare cristallino il talento della cantautrice londinese.

Come sempre accade in questi casi, alcune scene funzionano benissimo perché sorrette da hit di grande impatto (Back to black, Rehab) mentre molte altre funzionano meno, anche se il sentimento che prevale è la fretta. Il film narra la vita di Winehouse dal 2002 al 2011: anni in cui alla cantante succede di tutto. Passa dall’essere una normale ragazza di Camden a vincere cinque Grammy alla morte. Difficile, se non impossibile, mostrare tutto con la stessa profondità ma forse un diverso approccio avrebbe giovato alla pellicola

L’aspetto musicale, invece, funziona incredibilmente bene. Non solo quando le canzoni sono quelle di Winehouse ma anche quando vengono riproposte canzoni di repertorio di altri artisti Jazz e blues amati dalla star londinese. Ottima l’interpretazione di Marisa Abela nella parte principale, anche se spesso è Jake O’Connell che si mangia la scena nella parte di Blake: fidanzato, marito e grande amore di Winehouse.

Nel complesso Back to black è un film piacevole, che scorre veloce e intrattiene per un paio d’ore con ottima musica. Purtroppo si ferma lì e non approfondisce i sentimenti e l’animo della grande artista, non ne spiega le motivazioni e non ci accompagna all’interno del baratro che doveva avere dentro e che l’ha portata alla morte a soli 27 anni.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti al nostro canale Telegram

Telegram

Seguici su Instagram

Loading...

Seguici su Facebook

Ultimi articoli

Leggi anche...

Connect