E’ l’anno della svolta della guerra e la produzione cinematografica è ai minimi termini, soprattutto in Europa. In Italia cade il regime fascista mentre gli Alleati avanzano lungo la penisola. Nonostante questa terribile situazione, il cinema ci ha regalato alcune perle.
Questi i 10 migliori film da recuperare dell’anno 1943.
Ossessione
Luchino Visconti, nonostante fosse vicino al partito comunista (illegale) e facesse parte della Resistenza riesce a far uscire (anche se per pochi giorni) il suo primo film da regista. Tratto, molto liberamente, da “Il postino suona sempre due volte“, Visconti cala il film nella realtà italiana dandogli un tono di realisticità fino a quel momento assente dal cinema italiano. Poco dopo l’uscita del film viene coniato, per descriverlo, il termine ‘neorealista‘. E’ l’inizio di un nuovo modo di fare cinema.
L’ombra del dubbio
Alfred Hitchcock realizza il film in 18 settimane in “prestito” alla Universal. E’ uno dei film più autobiografici del regista a cui era morta la madre alcuni mesi prima. Il film racconta la storia di un assassino creduto da tutti un uomo integerrimo e di come due poliziotti e la nipote lo smascherano.
Disponibile in streaming su: SkyGo
Per chi suona la campana
Diretto da Sam Wood, tratto da un romando autobiografico di Ernest Hemingway (corrispondente di guerra dalla Spagna), interpretato da Gary Cooper e Ingrid Bergman ottenne una pioggia di nomination all’Oscar (vincendone uno solo) e una fama imperitura grazie al lussuosissimo cast. La trama racconta, sommariamente, l’esperienza dello stesso Hemingway in Spagna.
Il cielo può attendere
Lubitsch al suo meglio racconta la storia di un impenitente Dongiovanni che ricorda la sua vita una volta morto. Interpretato da Gene Tierney e Don Ameche ricevette tre nomination all’Oscar. Fa parte della grande produzione di commedie hollywoodiane che ancora oggi riescono a far breccia nel cuore degli spettatori.
Dies irae
Una delle vette del cinema di Carl Theodor Dreyer. Girato durante l’occupazione nazista della Danimarca è senza ombra di dubbio uno dei film più importanti e potenti del periodo. La storia ruota attorno ad una famiglia e alla stregoneria, ma quello che è rimasto nella storia è il rigore formale con cui il film è girato.
Sanshiro Sugata
Nel Giappone del 1882 un giovane uomo vuole imparare il jujitsu, ma incontra il judoka Yano che diventerà il suo mentore. Ispirato da un racconto che narra la storia di un judoka realmente esistito è l’esordio alla regia di Akira Kurosawa che da lì a poco diventerà il più importante regista giapponese.
Campo de’ Fiori
Mario Bonnard non era e non è uno dei registi di primo piano del nostro cinema. Ma questo film in particolare è importante per svariati motivi. Come prima cosa fu girato durante i mesi di guerra e in secondo luogo vede la firma e la presenza di diverse stelle che da lì a poco avrebbero costituito il cuore del cinema italiano. Davanti alla macchina da presa ci sono infatti Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Peppino de Filippo, mentre alla sceneggiatura c’era anche Federico Fellini. Inoltre il film non fu girato in studio ma all’aperto o in veri appartamenti, caratteristica già neorealista.
Disponibile in streaming su: Rayplay
La conversa di Belfort
Uscito in Francia nel giugno del ’43 narra la storia di una ragazza che vuole farsi suora e convertire un’assassina. Dopo alterne vicende riuscirà in entrambi gli intenti. Segna l’esordio alla regia di Robert Bresson.
This is the army
Si tratta di un musical scritto appositamente per risollevare il morale delle truppe in periodo di guerra. Le canzoni furono scritte dal mitico Irving Berlin mentre la regia fu affidata a Michael Curtiz che solo l’anno prima aveva diretto Casablanca.
Bernadette
La storia della pastorella francese che assistette alle apparizioni della Madonna di Lourdes. Il film fruttò l’Oscar alla miglior attrice alla protagonista, nonostante l’attrice avesse 10 anni in più della vera Bernadette all’epoca delle visioni.