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Una scena di Border - Creature di confine

Cinema

I 5 film più sottovalutati del 2019 che dovreste subito recuperare

La classifica dei 5 film più sottovaluti del 2019.

Tempo di lettura: 2 minuti

Il 2019 si sta avvicinando a grandi passi ai titoli di coda. In queste settimane, a giro per il web, sarà tutto un proliferare di classifiche di fine anno: “i film più belli”, “i film più brutti”, “i fatti più significativi”, “gli album più belli” e via dicendo. Ultima Razzia comincia le sue personali – e del tutto opibnabili – classifiche partendo dal cinema.

La nostra redazione cinematografica si è riunita per decidere quali sono i 5 film più sottovalutati del 2019. Quelli passati (quasi) del tutto inosservati nelle sale cinematografiche e che meritano una chance per essere visti e apprezzati.

Leggi anche: la classifica del 2020

1) “Border – Creature di confine” di Ali Abbassi

Premiato come Miglior Film all’edizione 2018 del Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, il film segue la vita di una poliziotta di dogana che scopre di avere delle particolarità diverse – “animalesche” – dal resto degli esseri umani. Le atmosfere sono quelle nordiche, fredde e cianotiche. E’ una storia di riscatto sociale, di affermazione della propria identità in un mondo dove tutti ti guardano di traverso. L’amore e il sesso come non si sono mai visti prima. Un film che profuma di libertà.

2) “Il colpevole – The Guilty” di Gustav Möller

Film dalle atmosfere angoscianti e claustrofobiche che batte bandiera danese e che ricorda, per l’ambientazione in un unico luogo e per i ribaltamenti di trama, il Locke di Steven Knight con Tom Hardy. Un poliziotto, nella sua postazione del distretto dove lavora, cerca di salvare la vita ad una donna che si trova all’altro capo della cornetta. Un thriller minimalista ma che tiene lo spettatore ben saldo alla poltrona.

3) “Un valzer tra gli scaffali” di Thomas Stuber

Nella monotonia ripetitva di un supermercato di una piccola cittadina tedesca, nascono inaspettate relazioni tra i lavoratori che li fanno sentire come parte di un’unica, grande famiglia. Un film poetico, di grande umanità, attento all’importanza dei piccoli gesti quotidiani, a cui a volte non si dà grande importanza ma che racchiudano (quasi) tutto il senso della vita.

4) “La paranza dei bambini” di Claudio Giovannesi

Tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che figura anche come soggettista e sceneggiatore, il film diretto con mano solida da Claudio Giovannesi è il ritratto crudo e spietato di un gruppo di adolescenti alle prese con “la Gomorra dei grandi” in una Napoli che non fa sconti a nessuno. Premiato a Berlino, con questo film Claudio Giovannesi certifica ulteriormente la sua capacità di raccontare in maniera nitida e senza filtri il (difficile) mondo adolescenziale.

5) “Quando eravamo fratelli” di Jeremiah Zagar

E’ forse l’esordio più convincente del 2019 quello messo in atto da Jeremiah Zagar. Un’opera prima dalle atmosfere malickiane che racconta la ricerca di un’armonia familiare da parte di tre fratelli appena adolescenti. Il punto di vista è quello di Jonah, il più piccolo dei tre, che osserva, prima con apprensione, poi con più disincanto, il mondo che lo circonda. Vincitore di un premio al Sundance 2018.

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