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Daniel Craig

Cinema

Vita, morte e miracoli del James Bond di Daniel Craig

Ripercorriamo la carriera di Daniel Craig nei panni di James Bond in occasione dell’uscita dell’ultimo film della serie: “No time to die”.

Tempo di lettura: 4 minuti

Nelle sale è uscito No Time to Die, ultima incarnazione di 007. James Bond è di nuovo interpretato da Daniel Craig, per l’ultima volta. Vediamo di ripercorrere la parabola del James Bond di Daniel Craig.

Pierce Brosnan uscì di scena nel 2002 con La morte può attendere (Die Another Day), probabilmente uno dei Bond meno riusciti, ma che comunque fece bene al botteghino. Tre anni dopo viene annunciato il nome del nuovo James Bond: Daniel Craig.

Craig non era un attore famoso: aveva cominciato a girare film nel 1992 e fino a quel momento, pur avendo lavorato in diverse grandi produzioni, il suo ruolo più importante era stato di comprimario in Munich di Steven Spielberg.

La notizia di Craig come nuovo Bond fu accolta malissimo dai fan di tutto il mondo. Troppo muscoloso e troppo biondo, si disse.

La nascita del nuovo James Bond con Daniel Craig: Casino Royale e Quantum of Solace

Le polemiche svanirono come neve al sole nel momento in cui uscì Casino Royale. Diretto da Martin Campbell (un onesto mestierante che aveva già diretto Goldeneye e i film su Zorro con Banderas), il film presentava un nuovo Bond: più violento, giovane, aggressivo e innamorato di Vesper (una magnifica Eva Green). Il film fu un successone e Craig divenne improvvisamente ‘James Bond’ tanto che i produttori misero immediatamente in cantiere il film successivo: Quantum of Solace.

Daniel Craig

Questa volta andò meno bene. La scelta del regista cadde su Marc Forster e il film non riesce a ripetere l’exploit del precedente: non solo al botteghino, ma anche nel cuore del pubblico. Chi non rimane scalfito dal (relativo) insuccesso del film è Craig che si conferma un Bond ottimo, amatissimo.

L’apice: Skyfall e Spectre

Questa volta, anziché mettere subito in cantiere un nuovo film i produttori decidono di tirare il fiato e fare le cose in grande. Ci vollero quattro anni perché venga alla luce Skyfall. Il regista è il premio Oscar Sam Mendes, il cattivo è uno straordinario Javier Bardem (che entra in scena con uno strepitoso piano sequenza) e la canzone sui titoli di testa è di Adele. Pubblico e critica per una volta vanno d’accordo: il film incassa più di un miliardo e Craig entra nell’olimpo delle superstar di Hollywood.

Nel 2015 arriva SPECTRE, una specie di “all in” dei produttori, che tirano fuori dal cappello la vecchia nemica di Bond, la SPECTRE. Consapevoli che avrebbe potuto essere l’ultima uscita di Craig come 007, aveva senso puntare il massimo. Sebbene non abbia replicato il successo del precedente (Christoph Waltz nel ruolo del cattivo non ha il carisma di Bardem) fu comunque un ottimo incasso, sempre diretto da Sam Mendes.

La fine del James Bond di Daniel Craig: No Time to Die

Dopo SPECTRE, Craig disse di averne abbastanza. Del resto, ormai era una superstar. Le offerte per altri personaggi fioccavano (The girl with the dragon tattoo, Logan Lucky, Knives out…) e rischiava di rimanere intrappolato nel personaggio di Bond. Ma ovviamente i produttori puntavano su di lui per almeno un altro film perché continuava ad essere amatissimo dal pubblico. Cosa fece cambiare idea a Craig non si sa con certezza: rimane il fatto che dopo SPECTRE dichiarò che avrebbe preferito rompersi i polsi piuttosto di interpretare Bond un’altra volta; ma alcuni mesi dopo ritrattò dicendo che in fondo aveva il lavoro più bello del mondo. Si vocifera che un assegno da 25 milioni di dollari abbia di molto ammorbidito le sue posizioni.

Daniel Craig in No time to die

E si arriva così a No Time to Die. L’hype era enorme, il cast quello delle grandi occasioni (di nuovo Waltz nella parte del cattivo con in più Rami Malek), il budget quasi illimitato: si parla di 300 milioni di dollari. Ma arrivò il COVID e il film venne rimandato. E rimandato. E rimandato ancora. Finalmente è nelle sale e chiunque può vedere e giudicare. Da parte di chi scrive, No Time to Die è in cima alla classifica dei migliori Bond perché per la prima (e ultima?) volta Bond non è solo un film d’azione ma ha risvolti drammatici di un certo spessore.

I “miracoli” di Daniel Craig

Essere scelti a 35 anni per fare 007 è indubbiamente un colpo di fortuna. Non che la carriera di Craig fosse pessima, ma ancora doveva spiccare il volo e interpretare “Bond, James Bond” è stato senz’altro un punto di svolta.

D’altro canto la produzione di 007 era in stallo: dopo l’exploit di Goldeneye Brosnan continuava a produrre buoni incassi e ad essere amato dal pubblico ma la serie aveva bisogno di un nuovo approccio. Craig è stato quindi l’uomo giusto al momento giusto. E ha letteralmente fatto il miracolo. Ha portato il franchise ad incassare più di un miliardo con Skyfall e ad un successo di pubblico senza precedenti (se si eccettua Connery). Se il “mito” di 007 con Brosnan era un po’ appannato, Craig ha enormemente contribuito a svecchiarlo e a dargli nuova linfa vitale.

Ora che il ciclo è arrivato alla fine – questa volta sia l’attore che i produttori sono concordi che No Time to Die sarà l’ultima avventura di Craig nei panni di 007 – ci sarà da scoprire come procederà il franchise più famoso o longevo del mondo.

Leggi anche: Come viene presentato il personaggio di James Bond nei film di 007

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