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La Caja

Cinema

Venezia 78: “La Caja”, “Old Henry”

Continua Venezia 78. Negli ultimi giorni alla Mostra sono stati presentati “La Caja” (Concorso) e “Old Henry” (Fuori Concorso).

Tempo di lettura: 3 minuti

La seconda settimana di Venezia 78 si è aperta con i film in Concorso La Caja e col Fuori Concorso Old Henry.

La Caja di Lorenzo Vigas – Venezia 78

di Daniele Marseglia

In una delle primissime scene de La Caja – ritorno di Lorenzo Vigas nel Concorso della Mostra di Venezia dopo il Leone d’Oro vinto con Ti guardo qualche anno fa – troviamo un giovane di nome Hatzìn ritirare una cassa contenente i resti del padre. Il giovane è in costante contatto con la premurosa nonna che ogni tre per due chiede al nipote se tutto procede per il meglio e se lui si sente bene. Mentre si trova sul bus che lo riporta a casa, Hatzìn individua in un uomo grande e possente delle precise somiglianze con il padre defunto. Hatzìn scende e prova a capire se quello è davvero suo padre. L’uomo nega (“mi chiamo Mario, non so chi sia Esteban“) ma Hatzìn di lì in avanti cercherà in tutti modi di capire qual è la verità.

La ricerca spasmodica di una figura paterna accompagna per tutta la durata del film il percorso del giovane protagonista. Un padre che – supponiamo, dato che non ci viene esplicitamente detto – per un motivo non meglio precisato si stacca dal figlio in tenera età. L’uomo in cui Hatzìn s’imbatte è davvero suo padre? Anche questo è un passaggio poco chiaro della sceneggiatura del film di Vigas, che forse vuole lasciare uno spiraglio aperto sull’interpretazione di un rapporto (quello tra padre e figlio, appunto) che sembra stargli particolarmente a cuore.

Una scena di La Caja, presentato nel Concorso di Venezia 78
La Caja (2021)

Se la sceneggiatura sembra un po’ traballante nel suo sbrogliarsi più che va avanti il minutaggio, la parte che funziona sicuramente di più è l’idea di regia che il regista colombiano sembra portare avanti già dal precedente film. Con mano ferma, delicata e precisa, Vigas non si limita a soffermarsi esclusivamente sull’evoluzione della vicenda tra Hatzìn e il padre (o quel che ne resta) ma allarga il suo orizzonte includendo anche un’analisi spiccatamente sociale, si essa collegata alle dinamiche familiari o a quelle relative allo sfruttamento dei lavoratori. Una critica forse un po’ blanda e superficiale, ma che riesce a salvare – in parte – un film che altrimenti sarebbe rimasto schiacciato dal peso delle sue troppe ambiguità. Voto: 6-

Old Henry di Potsy Ponciroli – Fuori Concorso

di Francesco Binini

In una remota fattoria americana vive un contadino con suo figlio. Un giorno trova sul suo territorio un uomo moribondo con un borsello pieno di soldi. Decide di salvarlo ben sapendo che sarà causa di guai. E infatti poco dopo alla sua porta bussano dei pistoleri a reclamare il corpo e i dollari. Ma il contadino non si fa intimidire, e forse non è un semplice contadino.

Una scena tratta da Old Henry
Old Henry (2021)

Potsy Ponciroli dirige un western – presentato Fuori Concorso a Venezia 78 – atipico dove i ruoli dei buoni e cattivi si mescolano e con un colpo di scena finale che da un po’ più di sapore ad un film in ogni caso non particolarmente movimentato. Voto: 6

Tutte le recensioni dei film presentati alla Mostra 2021

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