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Walter Mercado

Cinema

Tutti pazzi per Walter Mercado

La storia di Walter Mercado, da attore/ballerino a personaggio televisivo di successo in quasi tutto il continente americano.

Tempo di lettura: 4 minuti

Walter Mercado è un nome che agli italiani dice o poco niente. Ma spostandoci al di là dell’oceano Atlantico, scopriamo che Walter Mercado è stata una vera e propria star del piccolo schermo in quasi tutto il continente americano per quasi quaranta anni. La fama del personaggio ha portato Netflix a produrre un film documentario, diretto dalla coppia di regista Cristina Costantini e Kareem Tabsch, intitolato Mucho Mucho Amor: la leggenda di Walter Mercado, partito un po’ in sordina ma che, giorno dopo giorno, inizia a far parlare di sé grazie a un incessante passaparola in tutti paesi del mondo (la stessa sorte capitata qualche mese fa alla docuserie Tiger King).

Chi è Walter Mercado?

Il 9 marzo del 1932 a Ponce, Porto Rico, viene alla luce Walter Mercado. Fin da piccolo Walter crede di avere un’abilità di tipo spiriturale. Lo capisce quando trova per strada un uccellino esanime, quasi sul punto di morte. Walter prende il volatile tra le mani, tenendolo per qualche secondo chiuso tra i suoi palmi. Quando li riapre l’uccellino torna – quasi miracolosamente – a volare. Intanto il tempo passa, Walter cresce, a scuola è uno studente modello e arriva a conseguire la bellezza di tre lauree: una in pedagogia, una psicologia e una in farmacia.

Walter Mercado

Mercado, di pari passo, inizia a coltivare anche le sue due più grandi passioni: il canto e il ballo. Se la cava bene con entrambi, soprattutto con la danza. Diventa persino, a detta degli esperti, uno dei ballerini più in vista di tutta Porto Rico. Ma la passione per il mondo dell’arte e dello spettacolo non si ferma qui: Walter diventa attore nelle telenovelas portoricane di maggior successo.

Fino a quel momento Walter Mercado è uno dei tanti artisti più o meno famosi che imperversano sugli schermi delle tv portoricane. Il punto di svolta arriva quasi per caso. Il produttore di una popolare trasmissione televisiva di Porto Rico chiama Mercado come sostituto di un ospite che dà buca all’ultimo minuto. C’è da riempire una mezz’ora di trasmissione e il produttore pensa che Mercado sia la persona giusta per sostituirlo. Pensa anche che lui debba fare, in maniera del tutto improvvisata, ciò che era previsto con l’ospite mancato: l’oroscopo. Walter Mercado accetta; e accetta anche i consigli del produttore sull’abbigliamento: costumi sgargianti, colorati, pomposi, ingombranti. Quella mezz’ora è inatteso successo di ascolti, tanto che Mercado viene riconfermato anche per tutto il resto delle puntate della trasmissione.

Un successo senza confini

La popolarità di Walter Mercado versione astrologo inizia ad aumentare e i principali network cercano di contenderselo. Nel 1970 Mercado inaugura la sua prima trasmissione dedicata all’astrologia dal titolo El Show de las 12. Da quel momento è tutto un susseguirsi di ospitate in varie trasmissioni televisive, non solo a Porto Rico ma in gran parte dell’America Latina, arrivando, nei primi anni ’80, a varcare addirittura i confini con gli Stati Uniti. Sempre con un impressionante seguito di pubblico. I suoi fan lo cercano ovunque, infatti: in tv, sui giornali, in radio, sui libri, sul web. Gli incontri con il pubblico nei centri commerciali fanno registrare il tutto esuarito. Walter Mercado è diventato una vera e propria star in tutto il conteninte americano.

Walter Mercado

Fino al 2010 Walter Mercado entra ogni giorno nelle case degli americani. Lo fa fino all’8 gennaio di quell’anno quando decide di concludere il suo rapporto con l’emittente ispanica Univision. Da quel giorno Mercado fa quasi perdere del tutto le sue tracce. Per lui iniziano una serie di problemi di salute – di tipo cardiaco, inizialmente – che lo portano a ritirarsi a vita privata. Nel frattempo, però, il suo pubblico non si dimentica affatto di lui. Persino le nuove generazioni, che hanno poco o per niente vissuto il culmine del suo successo, conoscono Walter Mercado e lo “sfruttano” usando nelle conversazioni le sue famose frasi (“Mucho mucho amor” è la frase-augurio più celebre con la quale Mercado concludeva i suoi interventi televisivi) o utilizzando delle GIF che lo ritraggono da scambiarsi sui social.

Ma c’è un qualcosa, oltre ai problemi di salute, che porta Walter Mercado a prendere la decisione di non apparire più in pubblico. E quella cosa è da ricercarsi in una battaglia legale con il suo produttore Bill Bakula. Mercado, con quella firma, cede il suo nome e tutte le sue proprietà intelletuali nella mani della Bart Enterprise di proprietà di Bakula. Un errore che Mercado non si è mai perdonato.

Le ultime luci della ribalta

Nel documentario di Netflix lo ritroviamo nel 2019 nella sua abitazione di Porto Rico dove i due registi sono andati a trovarlo per farsi raccontare la sua vita. Walter Mercado, con molti acciacchi sulle spalle, confessa, con un sottile velo di ironia, di avere un’età tra “i 50 anni e la morte”. La sua storia viene intervallata dai ricordi di un uomo ormai in là con l’età, che sa che non gli resta ancora molto da vivere. C’è una persona, un uomo, che si prende cura di Walter da tanti anni. Non certo un badante – anche se ultimamente, per forza di cose, si trova costretto a ricoprire persino quel ruolo – ma un compagno di vita. Walter Mercado non ha mai dichiarato di essere omosessuale. Esporsi così nell’America Latina degli anni ’50/’60 equivale all’essere subito emarginati e ghettizzati.

Walter Mercado

Nell’estate del 2019 la città di Miami concede a Walter la sua ultima passerella da celebrità. L’Historical Museum of Southern Florida allestisce una mostra che celebra il personaggio di Walter Mercado in occasione dei suoi 50 anni di carriera. Walter ci arriva malconcio a seguito di una caduta di qualche giorno prima. Ma fa di tutto per essere presente all’inaugurazione, per ritrovare la sua gente e concedersi un ultimo bagno di applausi. Pochi mesi più tardi Walter Mercado muore per delle complicanze dovute a un’insufficienza renale.

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