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Scary stories to tell in the dark

Cinema

Scary stories to tell in the dark, tornano i piccoli brividi in sala

Dopo il trionfo di La forma dell’acqua, torna come produttore e ideatore Guillermo Del Toro con l’horror Scary Stories to tell in the dark

Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo circa 2 anni dal successo di La forma dell’acqua, Oscar come miglior film nel 2018, torna al cinema Guillermo Del Toro. Il regista messicano, che ritornerà nelle sue usuali vesti con la sua rilettura di Pinocchio nel 2021, è ideatore del soggetto e produttore di Scary stories to tell in the dark, horror diretto da André Øvredal, uscito con buon successo negli States in Agosto e giunto nelle nostre sale questo weekend, dopo esser stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019. Il film è basato sui racconti omonimi di Alvin Schwartz.

Scary Stories To Tell In the dark

Nella notte di Halloween del 1968 i tre amici Stella, Auggie e Chuck, dopo uno scherzo al bulletto Tommy, entrano nella casa stregata dei Bellows. Lì Sarah ruba un libro di storie spaventose scritto da Sarah, membro della famiglia, ma assente da tutte le foto. Una volta fuori dalla casa, Stella inizia a leggere nel libro delle storie spaventose, che hanno come protagonisti i suoi amici e persone del luogo, alle prese con le loro paure. Con l’aiuto del vagabondo Ramos, che li aveva salvati dal bullo, Stella cercherà di scoprire i misteri dietro la figura di Sarah e il terrificante libro.

Scary Stories To Tell In the dark

Il film di André Øvredal può essere analizzato sotto vari aspetti, alcuni dei quali molto positivi. Il film parte da un soggetto che si discosta ampiamente dal campionario horror solito che invade le sale a weekend alterni. Riprendere le leggende americane, che non hanno fatto dormire intere generazioni, è una ventata d’aria fresca nel panorama attuale. A questo si unisce una simbologia, legata ai protagonisti, che riprende il trend del momento, vedendo It e il telefilm cult Stranger Things.

La sceneggiatura è di buona fattura. E’ lineare, a volte scontata, ma risulta chiara e ben risolta. E’ da apprezzare il voler chiudere la spinta horror ai personaggi del film, senza ricorrere forzatamente al classico jumpscare. Oltre all’elemento visibile della sceneggiatura, a colpire è il viscerale messaggio che il film nasconde, quello di affrontare sempre la propria paura.

Scary Stories To Tell In the dark

Se a convincere sono state anche le splendide scenografie e la resa vintage, grazie ad uno splendido lavoro tecnico, a deludere è stata l’entità dei personaggi principali, spesso impalpabili, privi di carisma nel loro racconto. Essendo la storia sviluppata sulle loro paure e le loro fobie, sarebbe stato più opportuno approfondire la personalità e la storia di ogni singolo protagonista e non svilupparlo solo in riferimento alla storia cui è legato. A rafforzare ciò interviene anche le capacità non eccelse degli attori protagonisti, alle prime esperienze davanti la macchina da presa.

Scary Stories To Tell In the dark

L’ultimo dubbio su Scary stories to tell in the dark ha una natura soggettiva. Nonostante la buona riuscita del film, dal trailer il film prodotto da Del Toro appare più adulto di quel che poi si rivela, un teen horror. Il film di Ovredal sembra un ritorno ai Piccoli Brividi, di cui erano fan numerosi figli degli anni ’90, e, quindi, soddisferà sicuramente i palati di un pubblico più giovane, affascinato dalle leggende americane, ma meno il pubblico adulto, forse alla ricerca di un horror più estremo e più sopra le righe. Scary stories to tell in the dark sarebbe perfetto per una festa di Halloween organizzata da tredicenni.

A prescindere dal gusto soggettivo, Scary stories to tell in the dark rappresenta un prodotto piacevole, una nota di colore nel grigio mondo degli horror in sala, ben scritto e ben realizzato, con ottime possibilità di divenire per gli adolescenti di oggi un piccolo cult da brividi.

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