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Cinema

Povere creature! La recensione del film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone

La recensione di Povere Creature! Il film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone e Mark Ruffalo che parla di emancipazione femminile.

Tempo di lettura: 3 minuti

Di registi come Yorgos Lanthimos ce ne vorrebbero di più. Ha una visione del cinema tutta sua che si sviluppa tra grandangoli, colore, bianco e nero, scenografie posticce e uno sguardo sul mondo del tutto unico e particolare.

Povere Creature la locandina

Già questo provvede ad inserire “Povere creature!” nel novero dei film più entusiasmanti dell’anno. Se a questa base si aggiunge poi una trama per niente scontata e un discorso sull’emancipazione femminile finalmente libero si capirà facilmente perché il film ha vinto il Leone d’oro all’80a mostra di Venezia.

La trama, come spesso accade in Lanthimos, e come deve essere per film di questo tipo, è fin troppo semplice. Uno scienziato impianta un cervello di bambina nel corpo di un’adulta (Emma Stone) e guarda questa creatura crescere e diventare adulta. La creatura, però, deve crescere solo con il cervello e ben presto scoprirà i piaceri del sesso. Non avendo le inibizioni che si sviluppano tipicamente con l’accrescimento vedrà il sesso solo come attività piacevole senza le sovrastrutture che si hanno normalmente.

Povere creature!” va a rotta di collo, dopo una necessaria introduzione forse un po’ troppo prolissa, ci si ritrova al centro della vicenda e al centro della riflessione del regista con lo sviluppo del personaggio di Bella che conosce il sesso, gli uomini e il mondo. Bella è una donna completamente libera e come tale si comporta scandalizzando (ovviamente) i contemporanei (siamo – idealmente – nell’Ottocento).

Se un difetto si vuole trovare a “Povere Creature!”, questo va ricercato nell’apparizione improvvisa dell’ex marito di Bella. Se il discorso di Lanthimos era già cristallino prima, dopo l’entrata in scena di questo nuovo personaggio diventa addirittura lievemente pedante.

Eppure, forse, proprio di questa pedanteria c’è bisogno, ancora oggi, per far vedere e capire quanto la donna sia poco libera e debba invece esserlo di più.

Emma Stone in Povere Creature

L’unico rammarico, come al solito per film di questo tipo, è che sarà visto da chi si trova già d’accordo con quello che Lanthimos ci vuole dire e sarà ignorato, invece, da chi vede la donna come un oggetto o una persona da dominare e sottomettere.

Un progetto di questo tipo si regge in piedi, naturalmente, solo se il comparto attoriale è di livello e in particolar modo se lo è la protagonista. La scelta di Lanthimos è caduta su Emma Stone che con il regista greco aveva già collaborato in “La favorita” (e che vedremo anche nel prossimo film di Lanthimos, in uscita negli USA in estate: Kinds of Kindness) e che offre una prova davvero di straordinaria trasformazione da bambina nel corpo di un’adulta a donna sofisticata (e cinica).

Il resto del comparto attoriale comprende un sempre bravo Willem Dafoe e un Mark Ruffalo in gran spolvero nella parte dell’amante che inizia Bella al sesso e poi viene da lei tradito.

Povere creature è un film eccezionale che si inserisce perfettamente nella carriera del regista greco e in quella dell’attrice americane aggiungendo un tassello importante al discorso sull’emancipazione femminile che da un po’ di tempo sembra di primario interesse nel cinema -soprattutto quello da festival – mondiale.

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