fbpx
Connect with us
Matteo Salvini

Attualità

L’Invincibile Salvini. Breve cronistoria di un uomo destinato a vincere sempre. O quasi

Un uomo destinato a vincere sempre, o quasi mai. Dall’ascesa alla guida della Lega, alla sberla presa in Emilia-Romagna

Tempo di lettura: 5 minuti

Salvini, l’invincibile. L’uomo che non ha mai perso e mai perderà, il trascinatore di folle. Vediamoli, allora tutti i trionfi di questo nuovo uomo forte della politica nostrana. 

L’Invincibile arriva alla guida della Lega (Nord) nel 2013, la Lega (Nord) all’epoca navigava attorno al 4% nazionale. La prima prova elettorale a cui è chiamato il nuovo segretario sono le elezioni europee del 2014 dove ottiene il 6,4%, poco sopra agli ultimi risultati ottenuti dal partito. A fine anno, però, l’ascesa della nuova Lega (Nord) viene confermata dallo straordinario successo in Emilia-Romagna. L’Invincibile ottiene un ottimo 19,4% nelle elezioni con meno affluenza della storia della regione. L’ottimo risultato permette al partito di superare l’allora partito principale del centrodestra, Forza Italia. Nonostante l’ottimo risultato dell’invincibile e nonostante il presidente precedente dell’Emilia-Romagna (Vasco Errani) fosse stato condannato ad un anno di carcere pochi mesi prima, le elezioni vengono spettacolarmente vinte da Stefano Bonaccini (PD) che distanzia il candidato della Lega di circa 20 punti. Un successo davvero niente male (per il PD, per l’Invincibile, un po’ meno).

Matteo Salvini

La prova successiva sono le elezioni regionali del 2015: l’invincibile porta alla carica il centrodestra e conquista, con Luca Zaia, il Veneto, precedentemente governato da Luca Zaia. Un grandissimo successo, soprattutto se si considera che si è sviluppato in una regione come il Veneto, governato dalla destra dai tempi dell’Impero Austriaco. L’altro grande successo di quella tornata elettorale fu strappare la Liguria al centrosinistra. Toti riuscì ad aggiudicarsi la regione con 7 punti di vantaggio: nonostante questo, il primo partito fu il PD e non la Lega che si piazzò solo seconda, con 5 punti di svantaggio. Un risultato davvero brillante (per il PD).

Comincia un lungo silenzio elettorale durante il quale la Lega cambia completamente strategia: si allarga al sud e comincia la martellante campagna sulla sicurezza e sugli immigrati. L’Invincibile comincia a crescere nei sondaggi e grazie alla sua straordinaria capacità di trascinamento delle folle raggiunge nuove vette di consenso. Si arriva così alle elezioni del 2018: il trionfo.

Dopo lo spoglio, dopo mesi di martellante e ossessiva propaganda Salvini, il grande stratega riesce ad arrivare… terzo. Viene sorpassato dai vincitori dei 5 Stelle e anche dall’odiatissimo Partito Democratico. Ma non è finita perché mentre si iniziano le trattative per formare il Governo si tengono le elezioni in Molise dove Salvini riesce ad ottenere uno straordinario quinto posto con poco di più dell’8%. Tutt’altra storia naturalmente in Friuli, regione nella quale -a parte un paio di spiacevoli inconvenienti chiamati Illy e Serracchiani (che non si ricandidò al secondo mandato)- la destra governava dal Paleolitico: qui la Lega si affermò come primo partito. Finalmente l’Invincibile riusciva a vincere in modo incontestabile un’elezione.

Matteo Salvini

Forte di questo risultato riesce ad allearsi con i 5 Stelle e a formare un Governo di cui occupa il posto di Ministro dell’interno. Da fine stratega qual è riparte con una campagna elettorale martellante: sono i mesi del (finto) blocco delle navi di migranti (tutte poi regolarmente sbarcate nel nostro paese) mentre altri migranti arrivano a frotte tramite barche di fortuna. Ha di fatto in mano il Governo e decolla nei sondaggi. Vince le elezioni in Abruzzo risultando il primo partito e vince anche in Sardegna (dopo aver promesso qualsiasi cosa) prendendo però due punti da un PD sostanzialmente in rotta e chiudendo all’11% (non esattamente una valanga, insomma).

Si arriva così alle elezioni europee del 2019 dove la Lega (non più Nord) ottiene uno spettacolare 34%: è il trionfo di Salvini che vince un’elezione in modo incontestabile (cinque anni prima, Renzi portò a casa il 40%). In più si va a prendere anche il Piemonte e la Basilicata.

E’ il suo momento: ha in mano il Governo, ha appena stra-vinto le elezioni, i sondaggi lo vedono favoritissimo ed è pure estate: i migranti arrivano a frotte e l’Invincibile può tenere l’attenzione puntata su di sé.

Il fine stratega decide che è ora di rompere gli indugi e puntare alla presidenza del consiglio. I sondaggi lo danno in ascesa inarrestabile. E così, l’8 agosto, dopo una festa in un locale sulla riviera romagnola apre ufficialmente la crisi di Governo. Il fine stratega, l’Invincibile, l’uomo che tutto può decidere non aveva considerato un piccolissimo dettaglio. Il classico granello di sabbia nell’ingranaggio perfetto: un granello di sabbia che risponde al nome di Sergio Mattarella e di mestiere fa il miglior presidente della Repubblica possibile. Appena Salvini Invincibile viene avvertito che il suo piano di andare immediatamente alle elezioni potrebbe incontrare un ostacolo va in confusione e chiede a Di Maio di formare un Governo (scordandosi, forse, che era al governo con lui fino al giorno prima) ma ormai è finita. Conte, il presidente del Consiglio, lo fa sedere di fianco a sé, mentre gliene dice di cotte e di crude. I sondaggi, improvvisamente, si inchiodano: che la Lega sia il primo partito è innegabile ma non cresce più. Come se niente fosse, riprende la sua martellante campagna elettorale e il 27 ottobre si prende l’Umbria.

Matteo Salvini

Rincuorato, l’invincibile decide di prendersi anche l’Emilia-Romagna. La campagna parte al grido di “Parlateci di Bibbiano”, la candidata è Lucia Borgonzoni, ma non è importante, perché al comando c’è lui, l’Invincibile. La campagna è quanto di più ossessivo si possa concepire. Il PD pare non avere nessuna speranza, Bonaccini sembra essere un facile boccone. Nello stesso giorno si vota anche in Calabria, ma Salvini punta tutto sull’Emilia-Romagna dicendo che la sfida è lì, è lì che si gioca tutto e dopo l’Emilia-Romagna si darà la spallata anche al Governo. Sì, certo, ci sono alcuni fastidiosi ragazzi che hanno preso l’abitudine di riempire le piazze: si fanno chiamare “sardine”, ma lui è uno squalo: figuriamoci se si fa intimorire da quattro ragazzi in piazza.

Arriva il grande giorno: i messaggi sui social sono trionfalistici: l’affluenza è altissima. Pochi minuti dopo la mezzanotte, Salvini compare in conferenza stampa: gli exit-poll sono usciti da meno di mezz’ora. L’Invincibile è raggiante. “Abbiamo vinto!”, gongola. I giornalisti lo guardano, perplessi. Qualcuno rumoreggia. “In Calabria, sottolinea”. Qualcuno gli fa timidamente notare che sono a Bologna e la sfida è lì: “No, adesso vado in Calabria”. Insomma, nicchia. E fa bene, perché l’Invincibile si prende una sberla da 8 punti percentuali, certificando una sconfitta spettacolare e risultando il secondo partito in Emilia-Romagna (e addirittura terzo in Calabria) dietro l’immarcescibile PD.

Ed eccoci arrivati alla fine (per ora) della storia di Salvini l’Invincibile, colui che vinse un’elezione europea e alcune regioni, in attesa di diventare il prossimo Presidente del Consiglio. Forse. O forse no.

Ti potrebbe interessare anche: Elezioni in Emilia Romagna, tanto rumore per nulla

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti al nostro canale Telegram

Telegram

Seguici su Instagram

Loading...

Seguici su Facebook

Ultimi articoli

Leggi anche...

La zona d'interesse La zona d'interesse

La zona d’interesse – recensione del film di Jonthan Glazer con Christian Friedel

Cinema

Wonka Wonka

Wonka – Recensione del film di Paul King con Timothée Chalamet

Cinema

Ghostbusters - Minaccia glaciale Ghostbusters - Minaccia glaciale

Ghostbusters – Minaccia glaciale. La recensione del film.

Cinema

Connect