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Mark Zuckerberg

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Come ti faccio a pezzi Mark Zuckerberg in 5 minuti

Incerto, claudicante, spaesato, nervoso. E’ apparso così Mark Zuckerberg quando al Congresso degli Stati Uniti ha provato a difendersi dal fuoco della deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez.

Tempo di lettura: 3 minuti

Immaginate uno studente. Immaginatelo a studiare un determinato argomento. Immaginatelo poi presentarsi davanti ad una commissione d’esame. Lì seduto dietro al banco c’è anche il professore con cui ha concordato l’argomento da discutere. Niente domande trabocchetto, niente imprevisti, niente di niente. Descritta così è la situazione ideale per ogni studente. Ma nella commissione ci può essere sempre chi i bastoni tra le ruote li vuole mettere ad ogni costo. Ne sa qualcosa, ad esempio, Mark Zuckerberg, presentatosi nella giornata di ieri davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America per parlare di Libra, la nuova criptovaluta lanciata da Facebook, ma trovatosi poi a rispondere al fuoco aperto dalla deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez sul tema, che desta ancora tanto fastidio in quel di Menlo Park, Cambridge Analytica.

Per chi ancora non lo sapesse, Cambridge Analytica è stata, nel suo periodo di attività (2013-2018), una società di consulenza con sede in Gran Bretagna che si è servita dell’enorme mole di dati generati da Facebook per manipolare in modo strategico la campagna elettorale americana che ha portato alla vittoria Donald Trump. Il 2 maggio la società ha dichiarato di essere in bancarotta a causa del disvelamento dello scandalo.

Finché a Zuckerberg è stato concesso di parlare di Libra, tutto è filato più o meno liscio – anche se ci sono da registrare le parole del fondatore di Facebook a riguardo non proprio positive (“Non ho idea se funzionerà“, ha ammesso). Quando poi la parola è passata alla deputata Ocasio-Cortez, sempre più in quota tra i dem americani, il clima in aula si è fatto più rovente. L’Ocasio-Cortez ha letteralmente martellato di domande Zuckerberg sullo scandalo Cambridge Analytica. Un’interrogazione che non ha risparmiato niente al fondatore di Facebook, apparso smarrito, preso in contropiede, spaesato, nervoso.

Ocasio Cortez: “Signor Zuckerberg, in quale anno e in quale mese per la prima volta è venuto a conoscenza di Cambridge Analytica?

Zuckerberg: “Io…non sono sicuro del periodo esatto. Ma probabilmente quando è stato reso pubblico. Credo fosse intorno al marzo del 2018, ma potrei anche sbagliarmi.

Ocasio-Cortez: “Quando la direttrice operativa di Facebook, Sharyl Sandberg, è venuta a conoscenza di Cambridge Analytica?

Zuckerberg: “Così su due piedi non glielo so dire.

Ocasio-Cortez: “Qualcuno del suo team dirigenziale era a conoscenza di Cambridge Analytica prima delle indiscerezioni riportate dal The Guardian l’11 dicembre 2015?

Zuckerberg: “Deputata, io credo di sì e credo anche che alcune persone la stessero monitorando internamente. Ero a conoscenza di Cambrige Analytica, ma non so che uso facessero di Facebook.

Ocasio-Cortez: “Quando avete discusso della questione Cambridge Analytica con il membro del suo team, Peter Teal?

Zuckerberg: “Deputata, io…io non lo so.

Ocasio-Cortez: “E’ il più grande scandalo sui dati che avuto un impatto catastrofico sulle ultime elezioni presidenziali e lei non lo sa?

Zuckerberg: “Ne abbiamo discusso dopo, dopo che siamo venuti a conoscenza di ciò che era successo.

Zuckerberg arriva stremato al termine di questa prima parte di interrogatorio. L’Ocasio-Cortez però non arretra di un millimetro, sembra proprio voler mettere ko la persona che ha davanti. Da Cambridge Analytica si passa alle inserzioni a pagamento su Facebook che contengono messaggi di stampo politico. Zuckerberg ammette che il social da lui creato non è ancora in grado di controllare la veridicità dei contenuti politici sponsorizzati a pagamento. Per l’Ocasio-Cortez è un aspetto molto grave, soprattutto in vista di una campagna elettorale già entrata nel vivo per le presidenziali del 2020.

Alexandria Ocasio-Cortez

Anche su questo argomento Zuckerberg traccheggia, rispondendo in maniera sibilinna. L’Ocasio-Cortez decide di affondare ancora di più il coltello e chiede se in quel di Facebook c’è quantomeno l’intenzione di controllarle queste inserzioni con contenuti politici. La risposta di Zuckerberg è lapidaria e forse solo in questo caso è quella che esprime con più convinzione: “Le controlleremo solo se c’è un rischio imminente di danno“.

Ocasio-Cortez 5 – Zuckerberg 0. La squadra più potente del mondo torna a casa con una sonora sconfitta rifilata da una neopromossa che promette di lottare per posizioni importanti.

1 Comment

1 Comment

  1. diana

    1 Novembre 2021 at 20:23

    razzista!!! vergognati!

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