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Vi prego, basta con le sceneggiate. Da Salvini a Whoopi Goldberg e ritorno

Perché il video di Salvini al campanello e di Whoopi Goldberg che accetta il ruolo in Star Trek sembrano spontanei ma in realtà sono sceneggiati.

Tempo di lettura: 3 minuti

Salvini ha suonato il campanello di un tunisino chiedendogli se era uno spacciatore. Attorno a lui c’era un piccolo gruppo di giornalisti, forze dell’ordine, una signora “informata” e qualche altro passante attirato dalla presenza del leader della lega. L’evento ha generato una certa risonanza mediatica, amplificata poi dal fiorire di decine di meme che prendevano in giro l’accaduto.

Alcune ore dopo, negli studi della abc, negli USA, Patrick Stewart invitava ufficialmente Whoopi Goldberg a prendere parte alla seconda stagione di Star Trek – Picard (la prima stagione è disponibile dal 24 gennaio su Amazon Prime video), tra applausi del pubblico, baci e abbracci alla Goldberg ed emozione collettiva. Nel tripudio generale, Whoopi accetta.

Ma cosa c’entra Star Trek – Picard con Salvini? Apparentemente nulla, se non che entrambi i video sono “impossibili”. Vediamo perché, partendo da quello americano.

Whoopi Goldberg aveva già lavorato in Star Trek: la serie era The Next Generation e allora il capitano dell’Enterprise era proprio Patrick Stewart. Ha quindi perfettamente senso sia l’invito di Stewart che il commosso ‘yes’ della Goldberg.

E allora perché quello che è successo è “impossibile”?

Pensiamoci un attimo: siamo in America, stiamo parlando di Whoopi Goldberg: un’attrice conosciutissima, vincitrice di un Oscar e impegnata da anni alla conduzione di “The view” un programma quotidiano. La produzione della prima serie di “Star Trek – Picardha impegnato il cast per più di 5 mesi. La Goldberg ha un agente dal quale passano tutte le offerte di lavoro e di certo per avere un’attrice premio Oscar all’interno di una serie ci dev’essere un minimo di contrattazione per quanto riguarda il cachet, senza contare che un’occhiata all’agenda della star, in quei cinque mesi si dovrà darla.

Insomma: è stata una sceneggiata. Whoopi aveva già accettato di far parte del cast della seconda stagione. Nel momento in cui Stewart le chiede solennemente se le piacerebbe far parte del cast la Goldberg si mostra stupita e poi accetta con gioia: ma è un’attrice consumata (e anche Stewart lo è) e di certo non avrà avuto difficoltà a fingere stupore per alcuni secondi. La scenetta si chiude con grandi abbracci e complimenti -al limite del ridicolo- quasi che la Goldberg fosse un operaio dell’ILVA che ha finalmente trovato lavoro e non una professionista che ha un contratto in essere con la abc (per intendersi: non fa fatica ad arrivare alla fine del mese).

A questo punto, torniamo in Italia, a Bologna, al video di Salvini. Apparentemente, non era una sceneggiata. Ma ci sono alcuni elementi che ci fanno capire che il video era quantomeno studiato. I giornalisti sono stati chiamati: è stato dato un appuntamento per quell’ora e in quel luogo. Non è che i giornalisti seguono tutto il giorno Salvini: vanno agli appuntamenti pubblici. Secondo, e molto più importante: la signora che “denuncia” il tunisino. La signora era probabilmente reale, ma aveva già parlato con lo staff di Salvini precedentemente. Pensateci: siamo a fine campagna elettorale e Salvini è stato vittima più volte, in questi ultimi mesi, di scherzi di persone che si definivano leghisti per ottenere un selfie con lui e poi all’ultimo momento gli facevano uno scherzo rivelandosi “sardine” o oppositori politici. La cosa non ha nessun rilievo lontani dalle elezioni, ma se dal campanello avesse risposto un giovane che cantava Bella Ciao, proprio due giorni prima delle elezioni, in diretta Facebook sarebbe stata una figuraccia. Si è quindi verificato che la signora non stesse giocando, che ci fosse un nome arabo in quel condominio e solo allora si sono chiamati i giornalisti e si è dato il via allo spettacolo. Insomma: di spontaneo c’è stato ben poco.

Eppure da una parte all’altra dell’Oceano si continuano queste (parzialmente ridicole) sceneggiate fatte di sorprese, improvvisazioni, dirette per generare nel pubblico stupore. Uno stupore, però, sempre più finto. Sarebbe forse il caso di essere un po’ più onesti.

E il pubblico sarebbe ora che cominciasse finalmente a capire che in TV, al cinema, e nelle dirette dei politici è tutto già programmato.

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