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Allen v. Farrow

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Allen v. Farrow, la guerra si sposta in tv con una docuserie HBO

Sulla HBO arriva la docuserie sul caso Allen-Farrow.

Tempo di lettura: 3 minuti

Allen v. Farrow è una docuserie destinata a diventare ben presto uno dei prodotti televisivi più chiacchierati del 2021, gettando nuova luce su una controversia che va avanti ormai da decine di anni (quasi 30, per l’esattezza). La miniserie HBO, divisa in 4 episodi, si basa sulle accuse mosse dall’attrice Mia Farrow nei confronti del suo ex compagno Woody Allen che avrebbe, secondo lei, molestato la loro figlia adottiva, Dylan Farrow, nel 1992, quando aveva sette anni.

In Allen v. Farrow i registi Amy Ziering e Kirby Dick sono riusciti a ottenere nuove testimonianze da parte di Mia Farrow, dai suoi figli (inclusi Dylan, Ronan, Lark, Quincy e Fletcher), dai suoi amici di famiglia e dal procuratore Frank Maco che si occupò all’epoca del caso. Secondo i due registi, intervistati recentemente dal New York Times, Mia Farrow inizialmente non voleva prendere parte al documentario, poi convinta dalla figlia Dylan a prestarsi ad essere intervistata.

Le accuse di Mia Farrow

Non voleva prendere parte alla serie“, ha detto Ziering. “Lo ha fatto per sua figlia, per Dylan. Inizialmente, quando si è presentata davanti alla telecamere, non era vestita granché bene perché era intenzionata a non essere intervistata. Nel documentario infatti indossa la mia camicia.

Mia Farrow

Ziering ha inoltre aggiunto che Mia Farrow ha affermato quanto segue: “Mia figlia è venuta da me, mi ha detto che questo è importante per lei e ho bisogno che tu lo faccia per me“. Farrow ha detto al regista: “Sono al fianco dei miei figli. Sono pronta a ricevere tutte le critiche del caso. Non ti conosco, Amy. Non conosco Kirby. Conosco il vostro lavoro. Sono stato condannata per non aver fatto nulla.

La titubanza di Mia Farrow nel prendere parte alla docuserie Allen v. Farrow è dovuta alla paura dell’attrice riguardo la possibile reazione di Woody Allen. Nell’episodio finale della serie la Farrow dice che “ho paura di lui, di una persona che non dice la verità, potrà reagire in qualsiasi modo. Una persona che non sai come può reagire è qualcuno di cui aver paura. Temo che quando uscirà questo documentario, partirà nuovamente all’attacco. Farà tutto ciò che deve fare per cercare di salvarsi dal casino che ha combinato.

La risposta di Woody Allen

Alla vigilia della messa in onda della docuserie sulla HBO sono arrivate anche le dichiarazione (attese) del diretto interessato. Il portavoce ufficiale di Woody Allen ha diffuso una nota in cui spiega “come questi documentaristi non hanno nessun interesse nella verità. Hanno invece trascorso anni a lavorare clandestinamente con i Farrow e i loro complici per mettere insieme un lavoro tagliato con l’accetta e pieno di menzogne. Woody e Soon-yi sono stati contattati dalla produzione solo due mesi fa, e sono stati dati loro solo pochi giorni per “rispondere”. Naturalmente, hanno deciso di non farlo. Come è noto da anni, queste accuse sono del tutto false.”

Woody Allen e Soon Yi

“All’epoca”, prosegue la nota “diverse agenzie investigative hanno svolto le loro indagini e hanno stabilito che, qualunque siano le cose che Dylan Farrow è stata portata a pensare, nessun tipo di abuso sessuale è mai avvenuto. È triste ma non sorprende nessuno che il network che ha prodotto questa serie sia HBO, che ha accordi produttivi e un contratto in essere con Ronan Farrow. Anche se questa serie attirerà l’attenzione di molti, non cambierà comunque la realtà dei fatti”.

Woody Allen ha raccontato la sua versione nell’autobiografia A proposito di niente, uscita nel mese di aprile del 2020 in Italia grazie a La nave di Teseo. Negli Stati Uniti molti editori si sono rifiutati di editare il libro, in primi l’Hachette, la casa editrice che edita i libri di Ronan Farrow. A suo tempo, Farrow minacciò di lasciare la casa editrice qualora avesse pubblicato l’autobiografia del padre.

Non è ancora chiaro se Allen v. Farrow arriverà in Italia.

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