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Cast di The Farewell

Cinema

The Farewell, mai dire addio alle proprie radici

Arriva al cinema The Farewell, uno dei film più apprezzati della stagione. Un pamphlet familiare sull’omologazione tra Oriente e Occidente.

Tempo di lettura: 3 minuti

Tra i film più elogiati del 2019 festivaliero, si annovera senza dubbio The Farewell – Una bugia buona, brillante opera seconda di Lulu Wang (dopo Posthumous, inedito in Italia). Precedentemente, la regista aveva realizzato un racconto breve (What You Don’t Know) basandosi sulla medesima vicenda raccontata nel film, mescolando una storia udita per radio e la propria esperienza di figlia di immigrati cinesi in America. Il produttore Chris Weitz, a quel punto, le ha proposto di ridurre cinematograficamente il suo racconto, grazie al supporto del Sundance Institute (proprio dove il film ha esordito vittoriosamente).

Cast di The Farewell

La protagonista Billi (Awkwafina), infatti, incarna la stessa Lulu Wang, e viene presentata come una giovane ben inserita nella vita newyorchese ma in affettuoso e costante contatto con la nonna Nai Nai (Zhao Shuzhen), rimasta a vivere a Changchun, nella Cina nordorientale. Un giorno, però, le viene comunicato dai genitori che all’anziana è stato diagnosticato un cancro allo stadio terminale. La famiglia decide di non informare Nai Nai del suo male osservando un’usanza che, in questi casi, è molto frequente in Cina. Per stare accanto alla donna senza insospettirla, viene organizzato il finto matrimonio di uno dei nipoti, riunendo così credibilmente i parenti da tutti i continenti. Solo Billi non è d’accordo con questa decisione, ritenendo doveroso che l’amata nonna sappia quanto poco le resti da vivere. Questa presa di posizione, però, genererà un conflitto con il suo stesso parentado.

Nonostante lo spunto narrativo da dramma familiare, The Farewell è una gustosa commedia brillante, leggera e fragrante come una nuvola di drago. Infatti, non c’era tinta migliore per esporre una tematica sottile quali il senso di smarrimento di fronte ai conflitti tra cultura d’origine (orientale) e adottiva (occidentale). Billi, infatti, vuole assolutamente razionalizzare il dramma che incombe sulla sua famiglia; ma saranno non pochi, durante il suo percorso, gli inviti ad accettare gli imprevisti, positivi o negativi che siano (in tal senso un passerotto avrà un raffinato ruolo metaforico).

La cifra estetica è anch’essa elegante e rigorosa (decisiva la splendida fotografia di Anna Franquesa Solano), lavorando minuziosamente su ritmo e scrittura per intagliare il film più misurato ed efficace possibile (da non stupirsi se allo scoccare del finale sembrerà passata nemmeno un’ora). Awkwafina regge perfettamente il suo primo ruolo da protagonista assoluta, facendo trasparire in modo toccante il senso di dolorosa omertà di fronte al lutto imminente. Lo splendido legame a distanza tra nonna e nipote è, infatti, il vero perno del film, ossia il racconto di una generazione smarrita (Billi non parla bene il cinese mandarino) che non deve necessariamente deviare dal proprio retaggio per sentirsi moderna.

Una scena di The Farewell

Lulu Wang è interessata anche a raccontare il rapporto osmotico che vede omologare sempre più Stati Uniti e Cina, paventando lo smarrimento culturale frutto della confusione tra Oriente e Occidente. The Farewell, tuttavia, si conferma un eccellente feel-good movie, che riempie lo spirito di leggerezza durante le festività natalizie, nonostante le inquadrature mai parche di tavole imbandite di mirabili pietanze cinesi.

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