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NBA Finals, Lebron ritrova la “sua” Miami

Tempo di lettura: 4 minuti

Dopo aver attraversato questo tortuoso viaggio durato quasi un anno, finalmente, anche la Lega di basket più importante del mondo raggiunge la sua meta, seppur per molti momenti della stagione fosse sembrata inarrivabile.
Finalmente ci siamo, finalmente iniziano le Finals NBA, certamente uno degli eventi più spettacolari dello sport moderno.
Al di là del solito fascino che hanno – almeno per chi, come il sottoscritto, adora la sport degli States – quest’anno si è aggiunta una componente non indifferente.
Infatti, dopo un dominio quasi incontrastato di 5 anni da parte dei Golden State Warriors, con 3 vittorie nelle ultime 5 stagioni, “le Finali” avranno due protagoniste tutte nuove, o quasi.

Nella Western Conference lo slot della finale è occupato da una squadra che ai nastri di partenza della stagione era considerata da molti addetti ai lavori come la favorita, i Los Angeles Lakers. Non è certamente una novità per loro dato che è la 32esima che la squadra della California raggiunge le Finals. Nel loro percorso i Lakers hanno sbaragliato la concorrenza infliggendo dei sonori 4-1 a tutti gli avversari che si sono trovati di fronte, dai Portland Trail Blazers al primo turno, per poi passare agli Houston Rockets ed infine nelle finali della Western Conference hanno regolato con lo stesso punteggio i “giovani” Denver Nuggets, la vera sorpresa di questi playoff, dato che sono stati in grado di eliminare l’unica vera antagonista che avrebbe potuto creare impensierire i Lakers, i Los Angeles Clippers di Kawhii Leonard e di Paul George.

Basket

Il vero motivo per cui la squadra californiana ha surclassato gli avversari con questa facilità, è uno ed uno solo. Questo motivo è alto 2 metri e 6 centimetri, è nato a Akron nell’Ohio il 30 dicembre del 1984, e da oltre 15 anni, è il padrone indiscusso della Lega. LeBron Raymone James, a 35 anni sta giocando dei playoff ad un livello spaventoso, ma per lui non è certo una novità.
Quest’anno, a differenza dell’ultimo periodo, ha anche un “supporting cast” di altissimo livello ad aiutarlo a raggiungere il suo 4° titolo in carriera, primo fra tutti Anthony Davis, un secondo violino di iper-lusso, che ha tutte le carte in regola per affiancare LeBron e prendersi responsabilità nei momenti decisivi della gara.
Oltre a queste due superstar, i giallo-viola possono contare sulle prestazioni di livello di Kyle Kuzma e Danny Green e sull’esperienza di due veterani come Rajon Rondo e Dwight Howard, rinati a Los Angeles dopo numerosi anni ben al di sotto ai livelli a cui ci avevano abituato.

Dall’altra parte del tabellone, la squadra che si è aggiudicata la possibilità di giocarsi le Nba Finals sono i sorprendenti Miami Heat.
Conclusa la Regular Season al 5° posto della Eastern Confernence, gli Heat non partivano certamente con i favori del pronostico, ma grazie ad un’organizzazione di squadra unica e grazie ad alcune prestazioni dei singoli realmente sopra le aspettative, la squadra della Florida è riuscita a conquistare il pass delle Finals 7 anni dopo dall’ultima volta.
A quei tempi nel loro quintetto titolare trovavamo proprio LeBron, oggi le cose sono un po’ cambiate.

L’uomo franchigia del roster è certamente Jimmy Butler, considerato da sempre un campione incompiuto, che però, per la prima volta in carriera durante questa stagione, ha mostrato una maturità ed un’evoluzione che lo hanno portato alla consacrazione definitiva.
Il play-maker della squadra è l’eterno Goran Dragic, sloveno di Lubiana, a 34 anni è certamente un uomo di esperienza, ma oltre a questo ha mostrato di saper dare un apporto sia grazie alla sua straripante intelligenza cestistica sia grazie alla sua capacità di adattamento, veramente fondamentale nei momenti decisivi della stagione degli Heat.
La struttura della rosa è formata da giovani con poca esperienza ma con molto entusiasmo, il talento cristallino di Tyler Herro, la fisicità devastante di Bam Adebayo, ma sopratutto la voglia di rivalsa di Duncan Robinson, certamente la storia più bella di queste Finals.
Infatti, come spesso accade nello sport americano, se il fisico non ti assiste la perseveranza diventa una dote fondamentale per riuscire a raggiungere dei traguardi incredibili e Robinson è proprio uno di questi casi, dato che è entrato in ritardo nella Lega passando per vie secondarie, non venendo nemmeno scelto al Draft; eppure nelle Finals NBA 2020 a partire nel quintetto di Miami nel ruolo di guardia ci sarà questo ventiseienne del Maine, considerato da molti il miglior tiratore della Lega.

Basket

Certamente sulla carta i Lakers partono con i favori del pronostico, sia per la maggiore esperienza nei playoff, sia per la completezza della rosa e l’impatto dei suoi campioni nelle fasi cruciali della serie, ma mai sottovalutare gli uomini di Erik Spoelstra, al 23esimo anno con gli Heat nelle vesti di vice prima e capo-allenatore poi, ma sopratutto vera anima della franchigia.
Anche quest’anno, senza mai dimenticare il periodo drammatico che stiamo attraversando, ci sono tutte le carte in regola per assistere a un vero e proprio spettacolo, a 4, 5, 6 o 7 gare uniche, a una storia in continua evoluzione che incoronerà la vincente della stagione più assurda ed anomala della storia della Lega, quindi che dire se non mettetevi comodi e Buon Divertimento!

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