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In Egitto è proibito far volare gli aquiloni

L’assurda azione in Egitto: gli aquiloni messi a bando in quattro città, si parla di ragazzini in stato di fermo addirittura in commissariato. “Provocano incidenti”, la versione delle autorità. Il gioco uno dei pochi svaghi dei più piccoli durante il lockdown, in uno Stato che vede sempre meno spazi verdi e con prezzi inaccessibili per gli spazi dedicati ai più piccoli

Tempo di lettura: 3 minuti

Come si ferma la libertà? Con azioni ottuse, sciocche, dettate da presunzione e da rabbia, da prepotenza e dalla mancanza di memoria. Lo diceva qualcuno di ben più autorevole di noi, “Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano”. Ed è proprio così che si può raccontare quanto sta accadendo in Egitto, dove i ragazzini vengono messi in stato di fermo. Per cosa? Per aver fatto volare nel cielo gli aquiloni, simbolo quasi per antonomasia della capacità di sognare, di volare, che è innata nei bimbi e che evidentemente in molti perdono ogni giorno che passa.

La notizia arriva dal sito Middle East Eyes, che conferma e rilancia quanto anticipato e noto già da alcune settimane prima: sarebbero addirittura centinaia i ragazzi fermati – qualcuno addirittura con un paio di notti in commissariato – per aver fatto volare aquiloni.

Tutto è accaduto nelle principali città dell’Egitto: Alessandria, Suez, Helwan, Menofia e anche a Il Cairo. Svolta ancora più odiosa perché l’aquilone è stata la principale fonte di svago per tantissimi bambini egiziani sotto il lockdown, una diffusione in aumento contro i pochi spazi verdi e l’inaccessibilità economica degli spazi dedicati ai più piccoli.

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Fanno pensare le motivazioni ufficiali della scelta, che ovviamente non parlano dei giovani fermati ma di “produttori e venditori”, e di fermi nati perché i ragazzini che seguono gli aquiloni possono provocare incidenti stradali o cadere dai tetti. Gli “oggetti volanti” sono stati messi al bando anche sulle spiagge: la scelta è del governatore di Alessandria, visto che il gioco degli aquiloni ha provocato diversi incidenti. Il tutto con multe per chi fa volare aquiloni che vanno dai 16 ai 54 euro, in un Paese che vede gli insegnanti – tanto per fare un paragone – percepire uno stipendio che in media si aggira ai 400 euro (fonte Ansa).

Ancora più surreali le motivazioni proposte da Khaled Abu Talib, componente della Commissione difesa del Parlamento: è stato lui a chiedere, più o meno un mese fa, la messa a bando definitiva degli aquiloni. A detta del politico, così riporta il sito Middle East Eyes, il gioco poteva trasformarsi in veicolo per telecamere che andavano a minacciare la sicurezza nazionale. Immaginate la scena: un bimbo corre con il suo aquilone e lo guarda salire. Un adulto lo guarda e pensa che quell’aquilone rappresenti un’arma contro la sicurezza nazionale e non un simbolo di gioia, di libertà, di capacità di sognare e di immaginare.

C’è una canzone, che conoscono in tanti o forse in pochi, ma non è questo il punto. Che sarebbe la risposta perfetta a chi vuole tagliare i fili agli aquiloni.

“…La carta e la colla insieme, incrociare due canne più forti, legate allo spago le nostre speranze, nei nostri aquiloni i sogni mai morti…”

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I fili tagliati, i sogni bloccati. Ma chi vuole fermare gli aquiloni non lo sa cosa rischia di innescare.

“…Ed ancora più in alto vola, prende quota sorvola vallate, portato dai venti ma le idee le ha chiare di certe nubi si muore, di acque inquinate…”

Finché resterà ancora qualcosa a volare nel cielo, tenuto da un bimbo, un palloncino pure, ci sarà speranza per questo vecchio mondo malato. Perché gli aquiloni dei bimbi egiziani sono i giochi mancati dei bimbi di Gaza, sono le disuguaglianze del mondo, sono le nostre sciocche lamentele, è la nostra incapacità di guardarci intorno e davanti. Chi taglia i fili degli aquiloni dovrebbe essere accusato di crimini contro l’umanità. E’ un po’ come quando ti dicono che Babbo Natale non esiste. Si perde la magia, si frantumano i sogni. E volano via, come quegli aquiloni che i grandi tolgono dalle mani dei bimbi.

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