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American History X

Attualità

Il mondo immobile. Da American History X e Zelig al 2020

Nonostante il passare degli anni, i problemi del mondo sono rimasti quelli di 20 anni fa.

Tempo di lettura: 3 minuti

Gli anni passano, ma i problemi a livello sia globale che locale continuano ad essere quelli. Come se ci si fosse fermati a venti anni fa, un mondo, politicamente, immobile.

Zelig

Su Canale 5 stanno riproponendo le puntate di “Zelig”, andato in onda originariamente nel 2010. Guardatelo, anche se il programma non vi piaceva. Ascoltate gli argomenti che accennano i comici: Paolo Cevoli scrive una lettera a Obama chiedendo “come avete risolto lì il problema degli extra-negri che si picchiano con i terroni”? accennando al problema dei migranti. Gioele Dix parlava dei treni, da quelli di fascia alta affollati di gente che parla al telefono a quelli dei pendolari: sporchi, affollati, senza riscaldamento.

Paolo Cevoli

American history X

American History X è un film del 1998, recuperatelo, se non lo avete mai visto; rivedetelo se lo avete già visto. In questo caso gli anni passati sono 22. Quasi un quarto di secolo.

In una scena Edward Norton – magnifico protagonista della pellicola – dice che al di là del confine (con il Messico) ridono degli americani perché entrare illegalmente negli USA è ridicolmente facile. In molte altre scene il protagonista afferma che le persone di colore (chiamati “negri”, naturalmente) sono solo spacciatori e via dicendo. Infine, in un’altra scena si fa riferimento ad un’azione di polizia in cui viene uccisa una persona di colore. Norton naturalmente difende i poliziotti anche se appare chiaro che la vicenda è molto simile a quella di George Floyd che è stata presente nelle cronache degli ultimi mesi.

Non è cambiato niente: il mondo è rimasto immobile. Dieci anni dopo, in Italia stiamo ancora parlando di migranti: il problema è ben lontano dall’essere risolto o almeno tenuto sotto controllo. Il dibattito politico (a parte la necessaria pausa-covid) verte ancora attorno a quel problema. I treni non sono cambiati e, quel che è peggio, con ogni probabilità sono gli stessi di 10 anni fa: stessi modelli, stesse vetture, stesse locomotive. E stessi problemi.

Il mondo immobile

Ventidue anni dopo, in America si sta ancora parlando di immigrati dal Messico (il famoso muro di Trump) e naturalmente è cronaca di questi giorni che i neri vengono ancora illegalmente uccisi da poliziotti che tengono poco in considerazione la vita delle persone di colore.

Muro messico

Nel secolo scorso nel giro di 20 anni si combatterono due guerre mondiali. In 10 anni, tra il ‘45 e il ‘55 l’Italia passò da paese devastato dalla guerra a potenza mondiale. Nel ‘57 vennero addirittura poste le basi per l’Unione Europea ma se ne discuteva già da tempo. Nella seconda metà del ‘900 abbiamo assistito ad una enorme rivoluzione: tecnologica e culturale che è stata guidata dalla politica. Sia qui in Italia (Europa) che al di là dell’Atlantico: conquiste importantissime sono state raggiunte su qualsiasi piano sociale, dall’aborto al pride omosessuale, ai diritti dell’infanzia, il diritto alla salute, il suffragio universale e via elencando. In soli cinquanta anni siamo passati dal telefono con i centralini a internet con un progresso tecnologico senza precedenti. Tutto questo immenso cambiamento è stato guidato e sostenuto dalla politica.

Gli ultimi 20 anni

Poi qualcosa, probabilmente proprio all’inizio degli anni 2000 si è fermato e da allora i temi affrontati sono sempre gli stessi e nessuno ha davvero provato a risolverli. Certo: ci sono state dichiarazioni d’intenti a fiumi, accordi, proclami ma i problemi sono ancora tutti lì, sul tavolo. In 20 anni non siamo stati capaci di fare nulla. Mentre i nostri padri, nello stesso tempo, ricostruivano il mondo uscito a pezzi dalla guerra, noi non abbiamo fatto niente. Ancora parliamo degli argomenti e dei problemi di 20 anni fa. Il mondo si è fermato, impaludato, incapace di risolvere i suoi problemi (quanto sarà difficile risolvere il problema dei treni pendolari per un paese che alla fine della seconda guerra mondiale era ridotto ad un cumulo di macerie?), incapace di trovare un accordo su qualsiasi argomento, incapace di trovare giustizia sociale, incapace di andare avanti. Immobile. E la tecnologia sembra lì apposta a ricordarcelo: i film di quegli anni sembrano girati ieri, i programmi di quegli anni sono ancora attuali.

Si sente dire spesso che abbiamo bisogno di riforme: non sono d’accordo. Abbiamo bisogno di bravi politici, di imprenditori coraggiosi, di idee, di giovani con degli ideali. Purtroppo la scena politica (italiana e internazionale) non è fatta da giganti ma da nani, da troppi anni. E la conseguenza è, appunto, che viviamo in un mondo con un passato ma senza un futuro.

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