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Us Open 2019, tra Rafa e Bianca anche l’Italia sorride

Con il diciannovesimo major di Rafa e il primo di Bianca si chiudono gli Us Open 2019. Soddisfazione azzurra per la semifinale di Matteo Berrettini.

Tempo di lettura: 5 minuti

Chi scrive la storia e chi vuole iniziare a scriverla, il solito noto e la debuttante. Queste potrebbero essere solo alcune delle definizioni attribuibili ai due vincitori degli Us Open 2019, su cui domenica scorsa è calato il sipario con una finale maschile sorprendentemente al cardiopalma.

Gli ultimi Us Open hanno regalato tante storie, tanti personaggi, degni di un grande film d’autore. C’è una Cenerentola che si fa strada tra le grandi, un eroe che riscrive la storia e gli altri alle prese con i malanni, un bad boy che ruba la scena a tanti principini, una signora della racchetta che lotta contro i record che scappano e una nuova stella tutta made in Italy. Cerchiamo di raccontarle un po’.

Diciannove volte Rafa, ma applausi per il bad boy Medvedev

Partiamo dell’ultimo atto. Nell’articolo di chiusura della prima settimana ci chiedevamo se qualcuno dei 125 contendenti avrebbe scalfito l’egemonia dei Fab 3. Le “speranze” sono iniziate a crescere grazie ai ritiri degli acciaccati Djokovic e Federer. Novak è stato costretto al ritiro a causa di un problema alla spalla, che già aveva preoccupato durante la prima settimana, durante il match contro un mai domo Wawrinka, mentre Roger è stato sconfitto ai quarti dal suo erede Dimitrov, che aveva sconfitto ben 7 volte.

Nadal

Agli acciacchi dei due malconci si univano la favola di Dimitrov, ritrovatosi dopo anni di attese e delusioni, il funambolo Monfils e il bad boy Medvedev, dominatore assoluto dell’estate americana. Tutti, però, non avevano dimenticato il re della terra rossa, il temibile Rafa, già vincitore di tre Us Open. Il maiorchino, arrivato in fiducia dopo aver vinto la Rogers Cup, ha messo in riga tutti gli avversari fino alla semifinale, perdendo un set da un ritrovato Cilic. In finale, avanti di due set e un break, stava per farsi sorprendere dalla sorpresa Medvedev, che, dopo aver recuperato il break, ha vinto terzo e quarto set. Il quinto set è stato mozzafiato, meno gioco, ma tanti nervi e tanto cuore.

Nonostante la giovane età e il carattere di Medvedev, alla fine il cuore e la tigna del fuoriclasse iberico hanno prevalso, regalandogli un meritatissimo trionfo. Il campione si è visto in ogni partita: duro con se stesso, sempre pronto a congratularsi con l’avversario, in lacrime prima della premiazione, come se avesse vinto il primo slam, quando in realtà i 20 di Roger son sempre più vicini. Chapeau, Rafa.

Medvedev

Nonostante la sconfitta finale, il giocatore simbolo dell’estate sul cemento americano e degli Us Open 2019 è stato il russo Medvedev. Il biondo ha centrato la finale in tutti e quattro gli eventi cui ha partecipato, conquistando il 1000 di Cincinnati. In Canada era stato steso da Rafa, ma a New York è stato ad un passo da una vittoria storica, che l’avrebbe consacrato come il primo Next Gen vincitore di uno Slam. Dotato di un tennis poco elegante ma efficace, il giovane è arrivato, anche tra qualche fischio, dove i fragili Zverev e Tsitsipas non sono mai arrivati. Che sia lui in realtà il prossimo n 1?

La consacrazione di Bianca e l’ennesima delusione Slam di Serena

Se in campo maschile si è visto un primo spiraglio verso la fine del regno dei Fab 3, tra le donne il ricambio è molto più celere. Negli ultimi anni abbiamo visto Ostapenko e Osaka, classe ’97, vincere Slam. Se la Ostapenko è sembrata più una meteora, la Osaka al momento regge, nonostante dopo i due slam vinti (Us Open 2018 e Australian Open 2019) sembra essere entrata in crisi, forse dovuta al peso di essere la favorita. La nipponica, infatti, ha perso la possibilità di difendere il titolo agli ottavi, sconfitta dalla fenice Bencic, altra predestinata, vittima di numerosi infortuni.

Andreescu

Levate le bandiere del Sol Levante, però, a New York è emersa un’altra bandiera, quella canadese, che sventolava per celebrare il successo della nuova stella del tennis in gonnella, la giovanissima Bianca Andreescu. La ragazza è divenuta la prima tennista nata nel 2000 a vincere uno Slam, battendo Serena Williams nella finale di Sabato. Oltre il 150° posto ad inizio anno, ha conquistato tre titoli importantissimi durante questa stagione (Indian Wells e Rogers Cup) e, nonostante abbia saltato gli eventi da Aprile a Luglio, si è innalzata al 5° posto della classifica WTA. Dotata di colpi potenti e di una personalità notevole, ha battuto i record di precocità di due stelle come Serena e la Sharapova, ultima teenager a vincere uno Slam, e, visto il suo invidiabile rendimento contro le top 10, potrebbe nel giro di mesi sedersi sul gradino più alto della classifica e rimanerci, salvo infortuni, per un bel po’.

Serena

Nonostante sia giunta in finale a quasi 38 anni, la sconfitta di Serena Williams brucia parecchio. La regina del tennis contemporaneo è tornata a Luglio dello scorso anno dopo la gravidanza, forse solo per ritoccare il suo record Slam, ma quello che sembrava dopo le prime apparizioni un traguardo vicino, viste le sconfitte in finale a Wimbledon e agli Us Open 2018, a pochi mesi dal parto, oramai sembra allontanarsi sempre più. Come a Wimbledon, la Williams ha dominato le avversarie fino alla semifinale, prendendole letteralmente a pallate, per poi crollare in finale. Oltre ai meriti delle avversarie, sembra che il peso psicologico del 24° Slam si faccia sentire pesantemente. Appenderà la racchetta al chiodo o ci riproverà nel 2020? A gennaio le risposte.

Matteo Berrettini, il nuovo eroe azzurro

Berrettini

Concludiamo l’analisi di questi Us Open 2019 con uno sguardo ai nostri soldati. Avevamo chiuso la prima settimana, nonostante delle belle sorprese tra le nostre file, con un solo giocatore ancora in gara, il giovane Matteo Berrettini. Il tennista romano non aveva impressionato nei primi tre turni, riuscendo ad uscirne con testa e, perchè no, grazie ad avversari non irresistibili. Al primo test, quello contro il ritrovato Rublev, che a Cincinnati aveva battuto Federer, Berrettini ha alzato il livello del suo tennis, ottenendo una vittoria netta in tre set, grazie alla potenza di servizio e diritto e anche grazie a ottime palle corte.

Berrettini Nadal

Ai quarti, però, Berrettini centra l’impresa. Sconfigge in un match epico l’esperto Monfils al tie break del quinto, conquistando le semifinali, le prime in uno Slam sul veloce, ad un anno da quelle di Marco Cecchinato. La semifinale ha visto Matteo cedere in tre set a Nadal, ma il giovane romano ha tenuto testa al più quotato avversario per due set. Nel primo, in particolare, Nadal ha dovuto annullare ben due set point al coriaceo Matteo. Incassati i complimenti da tutti gli addetti ai lavori e innalzatosi al 13° posto della classifica ATP, il futuro prossimo sembra assai roseo per Berrettini, che sicuramente punta a titoli grossi e, perchè no, ad un posto alle Finals e in top 10, dove qualche mese fa ha fatto irruzione Fabio Fognini, dopo oltre 40 anni di astinenza. Forse è proprio grazie alle imprese del portabandiera ligure, sempre criticato ingiustamente, che il nostro movimento maschile abbia trovato stimoli e linfe per creare nuovi campioni.

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