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Dal fenomeno Sinner alla crisi Cecchinato, ecco le pagelle del tennis azzurro

La nostra redazione dà i voti ai protagonisti del tennis italiano: super Sinner grandi Fognini e Berrettini, male Cecchinato

Tempo di lettura: 6 minuti

Con la sconfitta dell’Italia a Madrid, ci avviciniamo ai titoli di coda della stagione per il tennis italiano. Senza alcun dubbio, la stagione appena trascorsa va a collocarsi tra le migliori per il tennis maschile italiano. Sei titoli, tra cui un Master 1000, una semifinale Slam, due top ten, record di presenze in top 100, uno Slam juniores e un prospetto futuro che sembra alquanto esplosivo.

Matteo Berrettini

E’ il caso di partire dal nostro numero 1, Matteo Berrettini, numero 8 del ranking e primo italiano a vincere un match alle Finals. Matteo in un’intervista ha dato 8 alla sua stagione. Noi siamo più generosi e diamo assolutamente un 9 e mezzo. Matteo ha avuto una crescita clamorosa, superiore a quella di altri coetanei molto più blasonati e attesi. Già la scorsa stagione il mondo del tennis si era accorto del suo grande talento, con l’ingresso in top 100 e il titolo a Ggstad. Quest’anno, iniziato intorno alla posizione 60, dopo un inizio di rodaggio nei grandi tornei, ha dimostrato di essere un grandissimo giocatore, grazie ad un servizio preciso e potente, un dritto spaventoso e un ottimo gioco a rete, vincendo due titoli, uno su terra e uno sull’erba, ma soprattutto conquistando le semifinali agli USOpen, vincendo un grande match con Monfils ai quarti e non sfigurando nella semifinale con Nadal. A questo si aggiunge un grande finale di stagione, con le semifinali a Shanghai, la prima in un 1000, e a Vienna, l’ingresso in top 10 e l’accesso alle Finals, con una storica vittoria, la prima per un azzurro nel torneo di fine anno. Unico neo, forse, è un Roland Garros molto sottotono.

Matteo, oltre alle doti tecniche, ha dimostrato di avere carattere e di avere un’ottima tenuta mentale. Ha vissuto le scoppole da Federer a Wimbledon e da Djokovic al Master come lezioni per il futuro. Il suo team è stato fondamentale in questa crescita. Nel corso della stagione abbiamo visto una grande crescita tecnica e mentale di Matteo, che sicuramente nella prossima stagione, con una classifica più favorevole e una maggiore consapevolezza, potrà fare la voce grossa nei tornei maggiori. Secondo noi, oltre a lavorare maggiormente sul suo colpo più debole, il rovescio, ancora ballerino, dovrà cercare di superare quel gap che ancora rimane con i giocatori che oggi lo precedono in classifica, contro i quali durante l’anno ha raccolto davvero poco.

Fabio Fognini

Si parla tanto delle nuove generazioni, di come abbiano portato lustro al tennis italiano. Molti non ricordano, però, della grande crisi dei primi anni 2000 del tennis maschile italiano. Negli ultimi anni c’è stata un’enorme crescita, che ha aperto la strada ai vari Sinner e Berrettini e che ha riportato l’Italia nell’olimpo del tennis maschile. Per questo non si può non parlare del leader carismatico del nostro tennis, il folle Fabio Fognini. Il tennista ligure è stato spesso oggetto di critiche, poichè secondo molti non ha affiancato al suo immenso talento, al suo modo naturale e vario di giocare a tennis, una forza mentale adeguata, portando tutti a dire sempre “E se Fabio avesse più testa…”.

Come si dice sempre, però, con i sè e con i ma non si fa la storia e noi siamo grati per quel che Fabio, uno dei giocatori più spettacolari da vedere, nel bene e nel male, ha dato al tennis, azzurro e non. La sua stagione è stata in crescita rispetto a quella già ottima del 2018. Ha raggiunto la tanto attesa top 10 dopo lo splendido trionfo al 1000 di Montecarlo, dove ha piegato Zverev e annichilito Nadal. A causa di alcuni problemi fisici, ha alternato buone prove a performance insufficienti, uscendo dalla top 10 e chiudendo l’anno da numero 12. C’è da considerare comunque l’età non più tenera di Fabio, cui si affianca il dominio dei Big 3 e questa nuova generazione che si fa sempre più strada. Nonostante ciò, Fabio resta uno dei tennisti che molti non vorrebbero trovarsi per strada durante un torneo. Nonostante alcuni passi falsi in tornei importanti, la sua stagione è da 8 pieno, sperando che la prossima stagione recuperi pienamente dai problemi fisici e possa dare ancora gioie al tennis italiano, soprattutto nei grandi palcoscenici.

Lorenzo Sonego

Un 8 va anche a Lorenzo Sonego, vincitore di un titolo in Turchia sull’erba e quartofinalista a Montecarlo, partendo dalle qualificazioni. Magari le imprese di Berrettini e Sinner l’hanno un po’ oscurato, ma il giovane torinese si è ben difeso durante la sua prima stagione nel tennis che conta, riuscendo a dimostrarsi completo su varie superfici e avvicinandosi prepotentemente alla top 50. Sonego, grande amico di Berrettini, ha avuto anche la soddisfazione di essere tra i convocati per la Davis Cup che si è giocata a Madrid e dove l’Italtennis è stata eliminata da Canada e Stati Uniti. Per la prossima stagione speriamo in un’ulteriore crescita e in una maggiore incisività del suo gioco, forse ancora privo di un colpo che faccia la differenza.

Bolelli - seppi - lorenzi

Un’abbondante sufficienza va anche ad un altro veterano del nostro tennis, Andreas Seppi, che, nonostante i seri problemi fisici e l’età che avanza, durante la stagione ha raggiunto una finale a Sydney e non ha sfigurato nel suo torneo del cuore, gli Australian Open, dove nel 2015 ha battuto Roger Federer. Speriamo possa ancora regalarci qualche bella soddisfazione prima di appendere la racchetta al chiodo. Seppi sarà a Madrid, come anche Simone Bolelli, che ha deciso di abbandonare, a causa dei continui problemi fisici, la carriera da singolarista e dedicarsi al doppio, di cui è specialista, vista la top 10 raggiunta e lo Slam vinto con l’amico Fabio. Tra challenger e tornei 250, Bolelli ha ottenuto ottimi risultati e speriamo che questo sia l’inizio del suo ritorno ai vertici di specialità. Anche per lui va una sufficienza. Un 6 di stima va anche a Paolo Lorenzi che, in una stagione quasi del tutto fuori dai 100, trova una grande settimana agli Us Open, dove lotta con la solita grinta e abnegazione.

Caruso - travaglia

Un 6 e mezzo va a Stefano Travaglia, autore di una stagione in cui si è stabilizzato nei top 100 con buoni risultati nei challenger, e un 7 a Salvatore Caruso, entrato nei primi 100 dopo l’ottimo terzo turno al Roland Garros e la sfortunata semifinale ad Umago, dove si è ritirato per un infortunio, che ha condizionato il resto della stagione. Grazie alla top 100 entrambi avranno accesso a tornei di maggior prestigio, quindi speriamo in una crescita che passa da buoni risultati in questi tornei.

Fabbiano

Passiamo alle note negative. Nonostante le vittorie di assoluto prestigio contro Thiem e Tsitsipas negli Slam e un buon Australian Open, un 5 va a Thomas Fabbiano. Il tennista pugliese ha ottenuto pochissimi successi, anche nei challenger, con la semifinale ad Eastbourne come unica consolazione. Questo l’ha spinto, dopo un anno in top 100, fuori dall’elite e, quindi, probabilmente, dovrà disputare le qualificazioni nel primo Slam del 2020.

Cecchinato

Il voto più basso, però, va ad un Cecchinato in caduta libera. L’ex semifinalista del Roland Garros si becca un 4 in pagella. Dopo una bella semifinale a Doha, il titolo a Buenos Aires e la vittoria contro Wawrinka a Montecarlo, sembrava, in vista di Roma e Parigi, continuare il periodo d’oro per il palermitano, ma la pressione per la difesa dei punti parigini l’ha portato a soccombere al primo turno contro il francese Mahut allo Slam rosso, per poi incappare in un’infinità di sconfitte, rilegandolo nuovamente al circuito challenger. Ancora 70esimo in classifica, Marco potrà aver la possibilità, libero da pressioni, di dimostrare di non esser stato un fuoco di paglia.

Sinner

Il meglio, però, lo abbiamo lasciato per la fine. Chi poteva immaginare che un ragazzo di 17 anni, classificato oltre la 500esima posizione, potesse diventare un top 100, nonchè il predestinato del tennis mondiale? Nessuno. A Febbraio, però, è iniziata con la vittoria del challenger di Bergamo la scalata di Jannick Sinner, fresco trionfatore delle Next Gen Finals. Sinner ha solo 18 anni ed è il pilastro del movimento dei giovanissimi italiani che stanno difendendo con onore nei vari tornei, compresi Giulio Zeppieri e Lorenzo Musetti, vincitore degli Australian Open Juniores (un 8 per lui). Grazie anche all’allenatore Piatti, ha già un grande gioco e una grande testa, quella dei veri campioni. Oltre a tre trionfi challenger, l’ultimo ad Ortisei, e le Finals, Jannick ha superato le qualificazioni agli UsOpen, lottando alla pari con Wawrinka, incontrato nuovamente in semifinale ad Anversa, ed ha vinto un match nel 1000 di Roma. Per lui il voto può essere solo un immenso 10, con la speranza che si possa crescere per arrivare con lode all’Olimpo del tennis.

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