La 32esima giornata ci regala numerosi spunti interessanti. L’Atalanta che ha ormai acquisito lo status di big, lo stato di forma del Sassuolo e il problema rigori.
Atalanta, sei grande!
Sono pochissime le squadre in grado di dominare la Juventus. L’Atalanta è riuscita a farlo allo Stadium di Torino, autentico fortino dei bianconeri. Una prestazione di grande personalità, che avrebbe meritato i 3 punti. Alla fine il pareggio probabilmente spegne il sogno scudetto, ma sabato sera l’Atalanta è diventata grande: la Dea non si può più nascondere adesso. Oltre al gioco spettacolare i bergamaschi hanno trovato anche i risultati. Una squadra vera e completa, guidata dal maestro Gasperini. Senza dimenticare che nel prossimo mese di agosto si giocherà la Champions League.
Ieri sera i bergamaschi hanno inflitto una dura lezione al Brescia – ormai rassegnato alla retrocessione – nonostante i tantissimi big lasciati in panchina (Gollini, Gómez, Toloi, Freuler giusto per citarne alcuni). Sei gol che riportano la Dea al secondo posto, in attesa di Inter e Lazio, e aumento il bottino di reti a 93. Era dai tempi del Milan di Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e Nils Liedholm (1950/51) che non si vedeva una squadra che fosse in grado di segnare così tanto. Eroe di giornata è stato Mario Pasalic, autore di una tripletta e altro calciatore trasformato dalla cura-Gasperini.
Sassuolo on fire
Quattro vittorie consecutive giocando un calcio frizzante e propositivo, e ruotando tutti gli interpreti. De Zerbi ha finalmente trovato la quadratura della sua squadra e lo ha fatto senza alcuna paura di osare. Sabato contro la Lazio, senza l’infortunato Defrel, il tecnico bresciano ha preferito il giovane Raspadori a Ciccio Caputo, poi andato in gol nel finale, dimostrando grande fiducia in tutti i suoi ragazzi. A sei giornate dal termine il Sassuolo si trova a soli quattro punti dal Milan, che occupa l’ultima piazza valida per un posto in Europa. Prossimo avversario? La Juventus.
Il crollo di Lazio e Torino
Due tra le formazioni apparse più in difficoltà dalla ripresa post-quarantena sono Lazio e Torino. I biancocelesti, prima dello stop forzato, volavano sulle ali dell’entusiasmo in piena bagarre per lo scudetto. Il presidente Lotito era stato, chiaramente, uno dei più decisi sostenitori della ripartenza del campionato. Ma complice qualche infortunio di troppo e una rosa troppo corta per giocare ogni tre giorni, le ultime partite sono state un vero e proprio incubo. Dopo tre sconfitte consecutive si è fatta raggiungere da Inter e Atalanta. Resta una stagione da incorniciare, che riporterà Simone Inzaghi e i suoi ragazzi a disputare la Champions League.
Discorso diverso per i piemontesi, che già prima della quarantena avevano palesato non pochi problemi. Una stagione iniziata male, con il mancato accesso ai gironi di Europa League, e proseguita peggio. Tanto che il presidente Cairo ha deciso di esonerare Mazzarri sostituendolo a sorpresa con Moreno Longo. L’ex tecnico della primavera granata, alla prima esperienza in A, si è trovato a gestire una situazione complessa, con una squadra alla ricerca della bussola smarrita. Nonostante la grande condizione del “Gallo” Belotti, a segno per sei giornate di fila, la situazione rimane molto critica. A sei giornate dal termine il terzultimo posto dista solo 5 punti. Attenzione!
Il record dei rigori
159 rigori concessi in 321 partite, con una media di un rigore ogni 2 partite (0,49 a partita). Numeri nettamente differenti dalle scorse stagioni, tanto che, con 59 partite da disputare, è già stato superato il record assoluto di rigori assegnati in Serie A (140 nel 1949/50). A far lievitare questi numeri ha influito il cambio della regola per i falli di mano. Quasi un terzo dei rigori viene assegnato per un tocco di mano irregolare nella propria area di rigore. Da quest’anno, infatti, siamo passati al valutare l’intenzionalità al posizionamento delle braccia. Una modifica che avrebbe dovuto placare le polemiche e aiutare i direttori di gara. Al contrario, le discussioni sono aumentate e le certezze per gli arbitri sembrano essere diminuite. Al termine della stagione bisognerà fare un’attenta riflessione su questa regola che, secondo molti addetti ai lavori, snatura completamente il gioco.