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Quando torneremo alla normalità?

Sembra che i contagi siano in discesa e si comincia a parlare di ritorno alla normalità. Ma quali sono le variabili da considerare?

Tempo di lettura: 3 minuti

La domanda serpeggia sottotraccia da un po’, ma si è palesata solo questa settimana, anche grazie a qualche irresponsabile sparata di alcuni politici. “Quando si tornerà alla normalità?”, “Quando si riapriranno le attività?

Per prima cosa dobbiamo aver ben chiaro in testa che la riapertura sarà molto graduale. Il nostro Governo ha agito con estrema prudenza fino a questo momento: è poco probabile che proceda con meno cautela da adesso in avanti: di conseguenza la riapertura avverrà attraverso passi molto piccoli e con grandissime cautele. Inoltre prima di decidere “come” e “quando” riaprire, il Governo aspetterà con ogni probabilità alcune informazioni fondamentali da parte degli scienziati che, al momento, non hanno tutte le risposte.

Vediamo quali sono le variabili principali.

La situazione delle terapie intensive

Nulla si potrà riaprire fino a quando la pressione sulle terapie intensive non si allenterà un po’. Una nuova diffusione incontrollata del virus sarebbe fatale per il nostro SSN. Dobbiamo arrivare ad un punto in cui la diffusione del virus sia controllabile o almeno prevedibile: solo in quel momento si potrà allentare la morsa della quarantena e permettere a un po’ di persone di tornare in strada. Nel caso le terapie intensive dovessero andare di nuovo verso una saturazione sarà necessario tornare alla quarantena stretta. In ogni caso, nulla si potrà allentare fino a quando i casi non diminuiranno sensibilmente.

Ritorno alla normalità

L’immunità

Questa è probabilmente la domanda fondamentale e dalla cui risposta dipenderanno il futuro del nostro e degli altri paesi. E’ ormai accertato che gli anticoripi che il corpo produce contro il virus diano una qualche immunità: sfortunatamente non sappiamo quanta. Gli anticorpi immunizzano? O rendono una seconda infezione solo meno pericolosa? Gli anticorpi immunizzano per sempre o solo per un periodo limitato?

A seconda della risposta a queste domande si potrà decidere un piano di riapertura. Se i guariti dovessero risultare immuni ad un ritorno del virus si potrebbe procedere ad una riapertura leggermente più veloce: una volta individuati tutti gli asintomatici si avrebbe un parte consistente della popolazione in grado di riprendere in toto il lavoro e di proteggere dal virus anche chi sta loro attorno. Sugli ambienti di lavoro andrebbero mescolati con cura lavoratori immuni e non immuni in modo da far circolare il virus il meno possibile. Nel giro di qualche anno si raggiungerebbe la famosa immunità di gregge e il virus semplicemente scomparirebbe o colpirebbe pochissime persone.

Nel caso in cui, al contrario, l’immunità data dagli anticorpi fosse limitata nel tempo le cose si farebbero molto più complesse e si dovrebbe capire con quale frequenza e in che grado si può essere infettati di nuovo dal virus. In questo secondo caso la riapertura dovrà essere giocoforza ancora più lenta e tarata e sostanzialmente si dovrà attendere l’effettuazione delle vaccinazioni di massa quando, finalmente arriverà il vaccino. Sperando che almeno quello protegga in modo indefinito.

Gli anticorpi monoclonali

In attesa del vaccino avremo, con ogni probabilità, gli anticorpi monoclonali che sono identici agli anticorpi naturali del corpo ma prodotti artificialmente. Essendo identici, presentano le stesse problematiche: la durata dell’immunità. Inoltre, per quanto sia semplice produrli, il tempo di realizzazione non è immediato: ci vuole tempo. La quantità di questo tempo sarà determinante per decidere i tempi della quarantena.

La clorochina

La clorochina è un farmaco che esiste da tempo e in laboratorio ha dato ottime dimostrazioni d’efficacia contro il virus, soprattutto se utilizzato prima dell’insorgenza della malattia. Naturalmente bisognerà aspettare i risultati delle sperimentazioni sugli esseri umani prima di utilizzarlo indiscriminatamente (anche perché come ogni farmaco, ha i suoi effetti collaterali). Tuttavia, nel caso dovesse funzionare contro il virus, lo si dovrebbe utilizzare in massa e distribuire a tutti, in modo da essere in qualche modo protetti contro il virus. Anche in questo caso, se il farmaco dovesse risultare efficace, i tempi per la quarantena potrebbero essere fortemente ridotti, o, all’opposto allungati.

Clorochina

L’estate

L’ultima variabile è quella dell’estate. Nel caso in cui il virus si dovesse fermare a causa del calore, naturalmente la quarantena si potrebbe accorciare e potremmo tornare in fretta alla “vita di prima”, oppure, di nuovo, al contrario, la si dovrebbe allungare nel caso il calore risultasse inefficace contro la diffusione del virus.

Di fronte a tutte queste variabili complesse è ovviamente impossibile determinare se e quando potremo tornare alla normalità. Il Governo dovrà aspettare i risultati di tutti i test e i responsi degli scienziati, prima di prendere qualsiasi decisione. Solo successivamente il Governo potrà preprare un piano di riapertura e solo allora lo potremo sapere. Ci vorrà tempo.

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