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Perché non torneremo più in sala (o quasi)

Dopo il lockdown e la “seconda ondata” il ritorno in sala sembra sempre di più una chimera

Tempo di lettura: 3 minuti

E’ cominciato tutto negli anni ‘80. Steven Spielberg faceva sfracelli al botteghino con i suoi alieni e il suo archeologo molto dinamico, l’impero galattico colpiva ancora, Marty McFly viaggiava nel tempo. I film riempivano le sale e le uscite erano talmente tante che le salette di provincia non bastavano più. Si dovette passare ai multisala e poi ai multiplex per arrivare alle sale nei centri commerciali. Ma oggi, a causa del coronavirus potrebbe essere arrivata la fine della sala cinematografica. Vediamo perché non torneremo più in sala. Forse.

Il cinema, oggi

Mostri da 16 sale ipertecnologiche con attorno una piccola città di negozi, ristoranti, posteggi, snodi stradali. Cittadelle nelle quali è facile entrare ma quasi impossibile uscire. Ma nel momento in cui il cinema raggiungeva il suo massimo splendore, è cominciata la decadenza. Mantenere questi colossi ha un costo. Produrre film che attirino la gente al cinema è diventato parecchio costoso (No time to die, l’ultimo James Bond, la cui uscita è stata -di nuovo- rimandata, è costato la bellezza di 250 milioni di dollari. Un quarto di miliardo) e tutti questi costi vanno recuperati. Alzando il prezzo in sala. Per Toy story 4 (200 milioni di budget per qualcosa in più del miliardo di incasso), ultimo film Pixar distribuito prima della pandemica, il biglietto sfiorava i 10 euro. Adesso prendete la classica famigliola italiana che va al cinema con i bambini: 40 euro di ingresso. Più la benzina e il posteggio. Coca-cola? Pop corn? Cena fuori? Dai 50 ai 100 euro.

-Papà, il film mi è piaciuto tantissimo, lo possiamo rivedere?
-No!

Toy Story 4, l'ultimo film Pixar uscito al cinema
Toy Story 4, l’ultimo film Pixar uscito al cinema

Poi è arrivata la pandemia. Poi il lockdown. E ora si marcia con una certa decisione verso un secondo lockdown. Nel frattempo, in tanti si sono attrezzati: le piattaforme di streaming hanno fatto affari d’oro e Disney (non esattamente un produttore di quart’ordine) ha annunciato che aumenterà il proprio impegno nella produzione di contenuti per i propri servizi di streaming. La conseguenza – non esplicitata – è che nei cinema arriveranno meno prodotti o ci arriveranno con modalità e tempi diversi dagli attuali.

La sala, insomma, non è più necessaria. La TV ha sempre inseguito il cinema che è sempre stato tecnologicamente più avanzato. Quando la TV ha cominciato a trasmettere il cinema ha inventato il colore. Poi sulla TV è arrivato il colore il cinema ha sfruttato il formato panoramico e la grandezza dello schermo. Quando la TV ha colmato il gap il cinema si è attrezzato con film spettacolari e audio in dolby surround. Ma la TV è arrivata anche lì. C’è stato un tentativo con il 3D, ma si è rivelato fallimentare. Oggi l’offerta televisiva è infinitamente superiore a quella cinematografica: tra le piattaforme di streaming e il noleggio si può guardare qualsiasi cosa in qualsiasi momento sulla TV di casa senza dover fare file, acquistare biglietti o avere gruppi di adolescenti che sghignazzano rumorosamente se un capezzolo compare sullo schermo. All’offerta cinematografica va aggiunta poi l’offerta seriale che coinvolge registi spesso di primissimo piano.

sala cinema

E allora perché dovremmo tornare in una sala? Finito il (secondo?) lockdown chi tornerà al cinema? Di certo non gli adolescenti che ormai hanno tutto a portata di “tap” sul cellulare. Di certo non le famiglie che possono già adesso noleggiare qualsiasi contenuto al costo di pochi euro e rivederlo tutte le volte che vogliono con o senza i figli. Sicuramente non coloro che durante la pandemia hanno perso il lavoro. Di certo non gli anziani che saranno gli ultimi a ricevere il vaccino e gli ultimi ad uscire di casa e che si saranno attrezzati anche loro con una TV smart. Rimangono i cinefili puristi che però sono pochi e di certo non bastano a mantenere vivo un business come quello dei multisala.

La sala è dunque morta? La si è data per morta tante volte, in passato, ed è sempre sopravvissuta. Supererà anche questo periodo, ma inevitabilmente ne uscirà cambiata. Non ci saranno più le folle oceaniche (per vedere cosa, poi? “Avengers 24” pronto ad uscire anche in streaming 10 giorni dopo?) o le code ai botteghini. Ci saranno gli appassionati o coloro desiderosi di un’esperienza diversa, di immergersi nel buio e lasciare fuori tutti i pensieri, di condividere la magia con un gruppo di sconosciuti. Speriamo che siano abbastanza per far sopravvivere le sale e non farle morire agonizzanti dopo quasi un secolo e mezzo di gloria. Altrimenti davvero non torneremo più in una sala cinematografica. E sarebbe davvero molto triste.

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