La Nazionale di calcio ha archiviato la qualificazione all’Europeo con ben tre partite d’anticipo ed eguagliando il record di vittorie consecutive stabilito dall’Italia di Pozzo. Restano però alcuni punti di domanda sulla squadra di Roberto Mancini. Analizziamo quelli convincenti e dove invece bisogna ancora lavorare.
Gli aspetti positivi
VINCERE AIUTA A VINCERE: Nove vittorie consecutive, eguagliato il record che durava da 80 anni. Mai gli azzurri si erano qualificati con tre giornate di anticipo. Non è un dato da sottovalutare vista la situazione in cui ci trovavamo due anni fa: la sconfitta con la Svezia in uno dei periodi più bui del calcio italiano. L’era Mancini non era iniziata alla grande; senza certezze e senza entusiasmo e passione che da sempre ha contrassegnato l’amore per la nostra Nazionale. Nonostante la qualificazione fosse già archiviata ed in campo ci fosse un solo titolare su 11, contro il modesto Liechtenstein gli azzurri sono scesi in campo con la mentalità giusta. Le vittorie, si sa, nel calcio e nello sport, in generale, fanno sempre bene.
SI VEDE LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL: Se dopo la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia era stato messo in discussione tutto il nostro movimento, adesso il progetto sembra aver trovato la sua linea logica e gli incubi sembrano passati. L’Italia al momento non è tra le migliori nazionali al mondo ma come detto anche da Mancini in conferenza: ”Se miglioriamo come squadra possiamo giocarcela con tutti”. L’idea di gioco del tecnico di Jesi ha fatto riavvicinare molto tifosi alla nuova nazionale.
QUANTI ESORDIENTI: precisamente sono 20 i giocatori che hanno fatto il debutto sotto l’ex allenatore di City e Inter. Inoltre il ct ha impiegato ben 6 giocatori con età pari o inferiore ai 21 anni. Una ventata nuova nel rinascimento della Nazionale
LE AVVERSARIE NON SARANNO COSÌ CHIUSE AGLI EUROPEI: lo ha sottolineato Mancini in conferenza: ”All’Europeo ci saranno sicuramente più difficoltà, ma credo che per noi sia un vantaggio trovare una squadra che se la gioca a viso aperto”. Da sempre la nostra nazionale non è mai stata avvezza a goleade anche con squadre mediocri che tendono a rifugiarsi in difesa (la partita con la Svezia è un chiaro esempio).
Gli aspetti negativi
GIRONE TUTT’ALTRO CHE COMPETITIVO: Bosnia, Finlandia, Grecia, Armenia e Lichtenstein è probabilmente il girone più morbido di tutti. Solo la Bosnia si trova nelle prime 50 del ranking FIFA (46esimo posto) e nonostante qualche ottimo singolo in tutta la sua recente storia si è qualificata solo una volta alle fasi finali di un torneo (mondiale 2014). La Finlandia, seconda nel girone, non ha mai disputato le fase finali di un europeo o di un mondiale. Le otto vittorie su otto sono un ottimo risultato ma i test veri arriveranno tra poco.
GIOCO A SINGHIZZO: se i numeri esaltano la nazionale di Mancini, il gioco ha destato ancora qualche dubbio. Sia nella vittoria con la Grecia che con quella col Liechtenstein gli azzurri hanno mostrato delle difficoltà nel creare gioco. Con gli ellenici gli azzurri non sono mai stati pericolosi nei primi 60′, sbloccandola solo su rigore. Con il Liechtenstein, Sirigu, in almeno un paio di occasioni, ha evitato di subire gol per poi dilagare solamente negli ultimi 20 minuti.
MANCA UNA PRIMA PUNTA: il più grande problema di questa rosa è l’assenza di un centravanti profilico. Al momento il ballottaggio è tra Immobile e Belotti. Nessuno dei due ha un grande score in nazionale: 8 gol in 38 partite per il laziale e 8 in 26 per il “Gallo”. Un buon goleador sarebbe fondamentale viste le numerose chance create dagli azzurri. Vedremo su chi punterà Mancini in vista dell’Europeo, considerando anche le alternative: il cagliaritano Pavoletti (al momento infortunato), i giovani Kean e Cutrone, che stanno facendo un po’ fatica in Premier; Quagliarella, alle prese con una stagione complicata per la sua Sampdoria e il solito Mario Balotelli.