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Lo squalo

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La prima apparizione de Lo squalo, quarantacinque anni dopo

Dopo oltre metà film, per la prima volta compare lo squalo: Spielberg crea la tensione utilizzando gli stacchi di montaggio e la musica di John Williams. RIcordiamo la scena clou del film a quarantacinque anni dall’uscita nelle sale.

Tempo di lettura: 3 minuti

Che Jaws (tradotto in italiano con Lo squalo, nonostante il significato originale sia completamente diverso) parli di uno squalo lo si capisce fin dalla locandina. Inoltre, nella primissima scena del film una ragazza perde la vita a causa dell’attacco dello squalo.

Non c’è quindi ragione apparente per non mostrare l’animale durante il film. Ma le riprese del lungometraggio furono funestate da inconvenienti tecnici, tra cui il malfunzionamento dei modellini meccanici di squalo. Probabilmente per qualsiasi altro regista questo sarebbe stato un problema insormontabile, ma dietro la macchina da presa c’era Steven Spielberg che trasformò il problema nella chiave di volta del film facendolo reggere completamente sulla tensione nell’attesa dell’attacco dello squalo.

Una scena tratta da Lo Squalo

Il film è diviso piuttosto nettamente in una prima parte ambientata sull’isola di Amity (popolata di personaggi e di bagnanti) e una seconda parte ambientata sulla barca “Orca” e interpretata solamente dai tre personaggi principali del film. Nella prima parte lo squalo non compare mai: è una presenza minacciosa e costante, e spesso mortale, ma mai visibile. Nella seconda parte, invece, compare spesso e volentieri anche se non è mai protagonista di lunghe inquadrature quanto di fugaci – terribili – apparizioni.

La prima apparizione dello squalo

Dopo 80 minuti di film – siamo quindi oltre la metà della pellicola – Roy Sheider/Brody sta gettando in acqua del cibo per attirare lo squalo. E’ un’azione di routine e mentre lo fa sta litigando con gli altri due membri della missione. La macchina da presa inquadra in primo piano l’attore, il cui volto occupa circa un terzo dell’inquadratura.
L’inquadratura sembra funzionale ad inquadrare il gesto del braccio che getta in mare il cibo. Mentre il personaggio è ancora rivolto verso gli spettatori sui due terzi dell’immagine occupati dallo sfondo del mare compare improvvisamente la testa dello squalo accompagnato da una sola nota musicale. E’ questa la prima volta che vediamo realmente lo squalo. Spielberg lo fa apparire sullo sfondo e grazie ad un movimento dell’attore gli fa occupare tutta l’inquadratura: quasi un passaggio di testimone tra il primo piano di quello che fino a quel momento era stato il protagonista della pellicola e il primo piano di quello che lo sarà da questo momento in poi. Da notare che l’inquadratura dura pochissimo, un paio di secondi al massimo. E’ stata un’apparizione terrificante ma brevissima.

Stacco sul volto di Brody che sgrana gli occhi, sorpreso e spaventato. Stacco sull’acqua macchiata di sangue. Stacco su Brody, sempre sotto shock, che indietreggia tenendo gli occhi fissi sull’acqua. Stacco su Robert Shaw/Quint che è seduto all’interno della barca mentre in secondo piano, sempre indietreggiando, entra Brody, ancora sconvolto, che sospira “You’re going to need a bigger boat”. Nel mentre, in sottofondo risuona una musica di raccordo. Quint a questo punto esce all’aperto e lentamente si avvicina alla macchina da presa, guardando verso il mare, accompagnato dalla musica che cresce.

Stacco sul mare: vediamo i due uomini di spalle che incorniciano una porzione di acqua dove si vede la pinna dorsale dello squalo che si avvicina minacciosamente alla barca. Contemporaneamente allo stacco risuona il famosissimo tema principale di Williams.

La musica di John Williams

Nei venti secondi successivi non succede assolutamente nulla: ma Spielberg, tra stacchi continui sugli attori e sulla pinna dello squalo, coadiuvato dalla musica – lasciata senza freni – di Williams, riesce a far crescere la tensione alle stelle.
La musica, poi, divenne famosissima e fruttò a John Williams un Oscar. Giocata su due sole note riesce a creare una vera e propria tensione fisica e da quel momento è diventata in qualche modo il simbolo stesso della musica “da paura” (l’unico altro tema che le tiene testa è probabilmente Tubural bells di Mike Oldfield utilizzata ne “L’esorcista“).

La conclusione

La scena si conclude poi con i tre che in modo piuttosto concitato riescono a fiocinare lo squalo agganciandolo ad un barile pieno d’aria (per stancarlo e costringerlo a stare in superficie): lo squalo tuttavia si inabissa.

Da notare che a parte per la comparsata iniziale, quando la testa esce dall’acqua, per tutto il resto della scena lo squalo non si vede mai: vediamo spesso la pinna dorsale, ma solo quella. Non ci sono inquadrature subacquee o altre scene spettacolari. La maestria di Spielberg sta tutta nel riuscire a creare tensione nello spettatore grazie al montaggio, alla musica e ai continui stacchi di montaggio che contrappongono i tre protagonisti sulla barca e lo squalo in acqua.

Il film ottenne ottimi incassi e, come tutti sanno, lanciò la carriera di Steven Spielberg che nel giro di alcuni anni inanellò una serie di spettacolari successi al botteghino, anche se, con ogni probabilità, non avendo più problemi di budget ristretti, non si trovò più nella situazione di dover fare ‘di necessità virtù’ e utilizzare il suo genio per superare una situazione apparentemente insormontabile.

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