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L'ultima cena in Io, Leonardo

Anniversari

Io, Leonardo. Nel confessionale con Leonardo Da Vinci

Tempo di lettura: 3 minuti

Giunge all’ottavo appuntamento l’ideale universo cinematografico elaborato da Sky Arte dedicato ai più mirabili protagonisti della storia dell’arte italiana. L’ultima proposta riguarda forse l’artista più difficile da raccontare in chiave documentaristica, ossia Leonardo da Vinci, un uomo capace di una produzione intellettuale troppo poliedrica per essere pienamente riportata.

La ricorrenza è quella del cinquecentenario della sua scomparsa (avvenuta il 2 maggio 1519 ad Amboise in Francia), dopo una vita vissuta, fra le altre, tra Firenze, Venezia, Milano. Per la prima volta, inoltre, si esce dalla formula distributiva del film evento per osare un coraggioso lancio del film più largo e canonico.

Il genio fiorentino viene interpretato da Luca Argentero, truccato e vestito fedelmente alle testimonianze dell’epoca, mentre la voce narrante, associabile alla sua coscienza, è affidata all’eccellenza di Francesco Pannofino. Il team di autori composto da Cosetta LaganiSara Morsetti Marcello Olivieri congegna una docu-fiction dall’anima didattica, quasi interamente ambientata all’interno di una wunderkammer. Qui, Leonardo ripercorre, in un flusso di pensieri e suggestioni, tutti i passi della sua vita, personale e artistica. In questo ideale spazio ottagonale si susseguono repentini cambi di scenografie, riprese miste e animazioni in CGI di alto livello, il tutto atto a restituire l’indomito tumulto creativo che segnò la vita di questo architrave del Rinascimento.

Luca Argentero dei panni di Leonardo Da Vinci

Lo spettatore è testimone dei processi creativi che portarono ai maggiori conseguimenti, artistici e scientifici, di Leonardo, utilizzando in voice over stralci della sua saggistica come il Trattato di Pittura. Notevoli sono i segmenti dedicati alla faticosa realizzazione dell’Ultima Cena e quello dedicato all’amarezza per la distruzione dell’affresco della Battaglia di Anghiari.

Oltre a ciò, la narrazione si svolge in un piano dedicato al ricordo dei momenti cruciali della sua vita, dove sono riportati i maggiori conflitti dell’artista, in particolare con la figura del dispotico padre Ser Piero e con l’autorità fiorentina in merito al processo per sodomia. Il cast tecnico è, infatti, di prim’ordine, dato che il regista Jesus Garces Lambert (Caravaggio – L’anima e il sangue) può contare del contributo di eccellenze come la fotografia di Daniele Ciprì, i costumi di Maurizio Millenotti e le scenografie di Francesco Frigeri.

Luca Argentero nei panni di Leonardo Da Vinci

Nel corso del film si susseguono diverse figure chiave nella vita dell’artista come, ad esempio, il suo mecenate Ludovico il Moro (Massimo De Lorenzo) e la dama con l’ermellino Cecilia Gallerani (Angela Fontana), con un casting impostato a partire dalle testimonianze pittoriche esistenti su ciascun personaggio. Per quanto sia abile nel gestire la macchina visiva e l’uso degli spazi apparentemente ristretti, la regia di Lambert però claudica nel gestire gli attori, in particolare Argentero. L’interprete piemontese, infatti, in poche scene trova un equilibrio espressivo, eccedendo, invece, troppo spesso con gestualità ed espressioni troppo accentuate e ammiccanti, come se fosse mancato un freno.

Tuttavia, è da apprezzare la sana sfacciataggine nel casting di un volto apparentemente così lontano dai film d’arte per incarnare la figura più pop della storia dell’umanità. L’opera, nel complesso, è gradevole e consegue i suoi intenti didattici, sebbene non sempre sia agevole seguire la continuità tra i vari piani narrativi, lasciando desiderare una maggiore compattezza nel racconto. In ogni caso è mirabile lo sforzo produttivo alla base di quest’opera intrigante, a metà tra docufiction e drammatizzazione; e non poteva essere banale la stile narrativo per raccontare il monumento della poliedricità rinascimentale.

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