fbpx
Connect with us
E.T.

Cinema

E.T. e quel finale perfetto

Il rapporto tra Elliott e E.T. si evolve in tre fasi distinte.

Tempo di lettura: 2 minuti

E.T., il film che consacrò definitivamente Steven Spielberg come “golden boy” di Hollywood, è sostanzialmente incentrato sull’amicizia tra Elliott e l’extraterrestre. Questo rapporto si evolve in tre fasi distinte. All’inizio nella fase della conoscenza e della connessione tra i due è una commedia molto divertente a cui segue la fase avventurosa della fuga nel bosco (con la straordinaria scena della bicicletta che passa davanti alla Luna) e termina con il distacco dei due e la commoventissima morte dell’alieno. Il film a questo punto sembra concluso e ha perfettamente senso: l’alieno non resiste alla nostra atmosfera e con uno straziante addio, coronato da un (pseudo)funerale, e da una dichiarazione di amore da parte di Elliott, muore. Elliott chiude la “bara” di E.T. con le lacrime agli occhi.

In quel momento, con un colpo di scena che un bambino non può aspettarsi, il cuore rosso di E.T. si illumina e comincia l’ultima, sorprendente, parte del film dove il talento visivo di Spielberg raggiunge il suo culmine e inanella una serie impressionante di sequenze memorabili. In realtà, in un certo senso, quest’ultima parte segue la struttura stessa della storia Elliott/E.T.: una prima parte di commedia, una seconda di avventura e una terza commovente con l’addio all’alieno.

Per prima cosa Elliott, che si sta allontanando dalla bara di E.T., si accorge che la pianta collegata all’alieno rifiorisce, torna quindi sui suoi passi e si accorge che E.T. è vivo. La scena contiene alcune gag divertenti, come nella prima parte del film, che si conclude con E.T.: l’alieno che ripete meccanicamente “casa-casa-casa”, Elliot che finge di piangere, Michael che afferma di non saper guidare a marcia avanti. Questa prima parte termina con l’arrivo al parco e la riunione con gli altri ragazzi e si chiude con una battuta “Questa è la realtà!”

A quel punto comincia la seconda parte, che ricalca la fuga in bicicletta nel bosco. In questo caso, tutto il gruppo di ragazzi aiuta a far fuggire E.T.. Quando sembrano circondati Elliott comunica telepaticamente con E.T. Qui Spielberg utilizza, in modo alquanto sorprendente, un jump-cut anziché una semplice zoomata sul viso di Elliott, seguita da un primissimo piano di E.T. e subito dopo le biciclette di tutti i ragazzi cominciano a volare mentre la musica di John Williams spiega letteralmente le ali con il tema principale a tutto volume. Nel ricalcare e riassumere fedelmente la struttura del film, l’inquadratura della bicicletta che passa davanti alla Luna è sostituita con le biciclette dei ragazzi che si stagliano contro il tramonto.

La terza parte – la morte – è sostituita dal lunghissimo e commovente addio all’alieno che risale sull’astronave con i suoi simili e si allontana disegnando un arcobaleno nel cielo con di nuovo la musica di Williams a tutto volume.

Ti potrebbe interessare anche: Matrix, quando l’effetto bullet-time lasciò tutti a bocca aperta

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti al nostro canale Telegram

Telegram

Seguici su Instagram

Loading...

Seguici su Facebook

Ultimi articoli

Leggi anche...

Madame Web Madame Web

Madame Web – Recensione del film con Dakota Johnson

Cinema

Dune Due Dune Due

Dune Due – la recensione del film di Denis Villeneuve con Timothée Chalamet

Cinema

La zona d'interesse La zona d'interesse

La zona d’interesse – recensione del film di Jonthan Glazer con Christian Friedel

Cinema

Connect