La sessione di calciomercato estiva è sempre ragione di interesse e speculazioni non solo per gli appassionati, ma anche per molte testate che si dedicano all’argomento. La narrazione intorno all’argomento si avvale sempre di un buon numero di mosse sottobanco, intrighi, e un certo livello di teoria complottista che ci sta sempre bene.
La semplice verità è che nel calciomercato non esiste nulla di semplice. Sono clamorose le cifre e molteplici gli interessi (di società, allenatori, procuratori, giocatori e tifosi, probabilmente in questo esatto ordine) e non si può dare nulla di scontato fino alla firma del contratto.
Nemmeno l’idea che le parti abbiano trovato un accordo e che il giocatore si stia avviando alle visite mediche “di rito” (espressione infelice, per quanto mi riguarda) è ormai garanzia dell’acquisto di un nuovo componente della rosa (vedi il caso del mancato trasferimento di Spinazzola all’Inter durante la finestra invernale).
E anche quando tutte le firme sono andate al loro posto ed è finito anche il tempo delle formalità, non è detto che la squadra ci abbia guadagnato.
Un paio di meteore del calcio italiano
È un argomento che fa sempre sorridere o storcere il naso, dipende da come la si guarda. Tanti giocatori sono arrivati in Serie A caricando tifosi e società di aspettative… che per un motivo o per un altro non sono state esattamente ripagate. Ricordiamo alcuni esempi.
Per cominciare, parliamo di Gael Kakuta, cresciuto nelle giovanili del Chelsea con grandi feedback dai suoi allenatori, ma che dovette andare al Vitesse per cercare maggiori spazi. Dall’Olanda, Kakuta approdò alla Lazio nella finestra di calciomercato invernale del 2011: appena due presenze per lui fino a fine stagione. Alla fine il francese sarebbe andato in Liga, al Rayo Vallecano, ma non avrebbe trovato ancora stabilità. Un passaggio al Siviglia, poi in Cina, poi il ritorno in Liga. Adesso Kakuta gioca nell’Amiens, 2 reti in 24 presenze questa stagione.
In Sicilia riecheggiano spesso storie di miti antichi. A cui si sono aggiunte le mitiche dichiarazioni di Davide Lanzafame nell’ambito del calciomercato del luglio 2008. Acquistato dal Palermo di Zamparini, si presentò toccandola molto piano: “Sarò il vostro Cristiano Ronaldo”, disse. Oggi Lanzafame milita nel Honvéd, in Ungheria. In questo Paese è stato anche capocannoniere nella stagione 2018/19 con il Ferencváros, a 16 reti.
Gli interisti che leggono questo articolo probabilmente si aspettavano che questo nome uscisse anche un po’ prima: Ricardo Quaresma. Il portoghese fu voluto all’Inter nientemeno che da Jose Mourinho, e arrivò nella sessione estiva del calciomercato 2008. In quella stagione il Trivela cominciò bene, segnando al Catania all’esordio. Da lì in poi una fase di declino dovuta alla condizione del giocatore: quell’anno avrebbe collezionato 13 presenze e solo il gol di Catania. A metà stagione sarebbe andato in prestito al Chelsea, ma da lì alla fine del campionato non avrebbe collezionato più di 4 presenze. Tornerà all’Inter e farà parte dell’impresa Triplete del 2010. Ma non da protagonista. Oggi è un giocatore del Kasimpasa, Turchia.
Ogni tifoso ha il suo ricordo particolare di un giocatore arrivato con grandi aspettative che non sono state soddisfatte al meglio. Per cui, chiaramente, la lista potrebbe andare avanti ancora a lungo.
Sogni e (false?) speranze di mercato
C’è un altro aspetto insidioso di cui è doveroso parlare a proposito del calciomercato: sogni mai realizzati (e mai abbandonati). Un argomento tornato a essere d’attualità non solamente per il periodo dell’anno, ma anche per quella foto galeotta che proiettava l’immagine di Messi sul Duomo di Milano.
Il perpetuo corteggiamento non troppo serio dell’Inter in direzione di Leo Messi è già storia antica. Più volte Moratti lo ha sognato, e con lui molti tifosi, alcuni dei quali, per l’amore di sognarlo in nerazzurro, non si sono mai soffermati a valutare il costo dell’operazione.
Marotta in questi giorni è stato chiaro definendo l’operazione da fantacalcio. Eppure un po’ di speranza ai tifosi resta sempre: una sorta di feeling c’è sempre stato e i rapporti tra la Pulga e il presidente dei Blaugrana Bartomeu non sono proprio idilliaci. Le voci Messi-Inter sono ritornate sulle pagine di gossip calcistico praticamente ogni due anni, eppure c’è ancora qualcuno che ci vorrebbe credere.
I corteggiamenti più o meno dichiarati riguardano anche gli allenatori, che pure sono influenzati dai marosi del calciomercato. È il caso degli occhi dolci che i bianconeri rivolgono ormai da qualche stagione a Pep Guardiola. La Juventus si è appena diplomata nuovamente regina del campionato italiano alla guida di Mauirzio Sarri; l’impressione è che tuttavia la stagione abbia lasciato qualche strascico in merito alla scelta dell’allentaore, soprattutto agli occhi di una frangia di tifosi.
Guardiola fu fortemente accostato ai bianconeri prima dell’arrivo di Sarri e l’argomento non è mai tramontato, anzi: nel bel mezo della primavera flagellata dal Covid se n’era ritornati a parlare. Tutto nacque da una notizia lanciata da OndaCero, radio spagnola che affiancava l’allenatore del City alla Juve per la prossima stagione. Ovviamente per il momento appare tutto inverosimile, ma chissà.
Quando finisce il calciomercato in Italia?
Tra operazioni doverose e sogni nel cassetto di allenatori e affezionati tifosi, lasciamo ben chiara una cosa e torniamo sul piano delle notizie certe. La chiusura del calciomercato in Italia è prevista per il 5 Ottobre 2020 (ore 20:00).
Vista da questa parte del calendario si tratta comunque di una finestra di calciomercato ineditamente lunga, chiaramente determinata da tutto ciò che è successo con la stagione calcistica di quest’anno.
Sappiamo che alcune società hanno cominciato già da settimane a muoversi per la stagione successiva. Tuttavia sarebbe più saggio pensare che probabilmente si aspetterà la fine delle coppe europee per annunciare altri colpi grossi.
Europa League e Champions potrebbero infatti alterare le priorità di mercato riguardanti molte big e diversi top players.
Il campionato finisce adesso, ma la stagione è tutt’altro che conclusa.
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